Mondo

Iraq: Cossiga a Ciampi, difenda la Costituzione

Francesco Cossiga si rivolge al presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, in una lettera aperta pubblicata oggi dal 'Corriere della Sera'

di Paolo Manzo

”Signor Presidente, se gli Stati Uniti e i loro associati intraprenderanno un’azione militare contro l’Iraq senza una delibera preventiva del Consiglio di Sicurezza o addirittura contro di esso, l’Italia, soprattutto per rispetto della Costituzione, non potrebbe mai approvare, o peggio ancora associarsi o collaborare in qualunque modo a questa eventuale iniziativa militare unilaterale degli Stati Uniti, del Regno Unito e dell’Australia”. Con queste parole Francesco Cossiga si rivolge al presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, in una lettera aperta pubblicata oggi dal ‘Corriere della Sera’. ”Io spero che il governo presieduto dall’onorevole Berlusconi, nella sciagurata ipotesi di un intervento militare unilaterale di questo tipo, sara’ con senso di responsabilita’ politica e istituzionale su questa linea e operera’ di conseguenza in fedelta’ alla Costituzione, non approvando ne’ collaborando all’iniziativa militare” scrive ancora Cossiga.

”Chi Le scrive non e’ un pacifista, e’ anzi -sottolinea il presidente emerito- uno che crede che la guerra possa essere giusta, talvolta doverosa: anche quella difensiva-preventiva. Resta il fatto che, in caso di risoluzione non favorevole, a tutti i Paesi membri delle Nazioni Unite si porra’ il problema della definizione della propria posizione, non solo politica, ma anche operativa”. ”E questo problema si porra’ in particolare a quei Paesi” come l’Italia, legati a Usa e Gran Bretagna attarverso la Nato, e che ospitano sul loro territorio basi militari Nato o Usa” aggiunge Cossiga. Che piu’ avanti sottolinea con forza che ”Lei, signor Presidente, ha fin d’ora il dovere di essere il garante della Costituzione, e in particolare dell’utilizzazione conforme alla Costituzione, e ai principi del diritto internazionale generale che essa fa propri, delle Forze armate e dello strumento militare globale nazionale, esercitando quindi pienamente e rigorosamente i suoi diritti-doveri: essere informato, consigliare e ammonire”.

”Ma se cio’ non bastasse, Lei, signor Presidente, -prosegue Cossiga- avra’ il potere-dovere di intervenire piu’ incisivamente, anche se piu’ gravemente e drammaticamente, con un ordine negativo alle autorita’ militari e civili perche’ non procedano a un uso illegittimo dello strumento militare, anche se in ‘obbedienza’, non doverosa anzi illegittima, a direttive od ordini del Governo. Cio’ anche se questi ordini dovessero essere avallati da decisioni e deliberazioni della maggioranza parlamentare che sostiene il governo: esse, poiche’ in contrasto con la Costituzione, sarebbero illegittime, nulle e prive di ogni effetto”. E per l’ex capo dello Stato, ”se cio’ Le fosse impedito, o ritenesse di non essere in grado di adottare queste misure, Lei avrebbe un ultimo, impegnativo e inderogabile dovere, non solo morale ma politico e costituzionale, quello di compiere un atto risolutivo e finale di testimonianza politica ed etica di fedelta’ alla Costituzione: cioe’ dimettersi da presidente della Repubblica e lanciare un messaggio al Parlamento e al Paese. Da parte nostra -scrive ancora Cossiga- noi membri delle Camere, per fedelta’ alla Costituzione, avremmo parimenti il dovere di fare tutto per impedire che la maggioranza abusi in Parlamento del suo potere”. ”Molti e gravi sono i motivi del mio dissenso, ripetutamente manifestato con lealta’ e sincerita’, nei confronti della Sua azione di capo dello Stato, ma ho sempre continuato, nonostante tutto, a stimarLa come un uomo probo, un patriota repubblicano e un sincero servitore dello Stato. Quindi io voglio credere, oltre che sperare, nella Sua incondizionata fedelta’ alla Costituzione e al Suo coraggio, fino in fondo” conclude Cossiga.

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.