Sostenibilità
Iraq: cooperazione per salvare i “Giardini dell’Eden”
L'Italia partecipa al programma con un suo Master Plan. Gli altri donatori sono USA, Giappone, Canada e Gb, con Banca Mondiale, Forum Mondiale per l'Ambiente e Unep
di Paolo Manzo
Si rafforza il programma internazionale per salvare i ‘Giardini dell’Eden’ in Iraq. I paesi donatori che partecipano alle iniziative per il recupero ambientale dei territori devastati dalla guerra e dalle politiche agricole del regime di Saddam Hussein, hanno infatti deciso di raggruppare i diversi progetti per la ricostruzione e la riqualificazione delle zone umide del Sud dell’Iraq per intensificare gli sforzi per salvare un ecosistema unico al mondo. Oggi, infatti, quelli che una volta erano i ”Giardini dell’Eden” si sono pressoché desertificati, con conseguenze devastanti per il sud della Mesopotamia, nella quale vive oltre il 10% della popolazione irachena, e per il Golfo Persico. L’Italia partecipa al programma con un suo Master Plan. Gli altri donatori sono USA, Giappone, Canada, Regno Unito con la Banca Mondiale, il Forum Mondiale per l’Ambiente, il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente, hanno così deciso di rafforzare il coordinamento delle diverse iniziative in corso per salvare questo ecosistema unico e oggi molto compromesso.
Il Programma, spiegano al ministero dell’Ambiente italiano, sarà sviluppato sulla base delle attività già avviate, prendendo come priorità l’organizzazione dei Ministeri e delle Amministrazioni periferiche per assicurare una efficace capacità di programmazione e governo dell’ambiente e delle risorse naturali, con particolare riferimento alla qualità delle acque, alla qualità dell’aria, alla costituzione di parchi nazionali, alla conservazione della biodiversità, alla bonifica dei siti contaminati. Il Programma prevede anche alcune misure urgenti per il training del personale iracheno, la riabilitazione del laboratorio centrale di Baghdad e dei laboratori provinciali, lo sviluppo dell’Information Technology per la protezione dell’ambiente. Un Comitato misto, composto dai Paesi donatori, dal Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente, e dai Ministri Iracheni, avrà il compito di coordinare i progetti in corso e di organizzare i programmi futuri.
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