Mondo

Iraq: coinvolte in ricostruzione imprese italiane

Ecco i primi nomi

di Gabriella Meroni

Una lista di 350 imprese italiane, stilata dalla Confindustria, interessate a partecipare a sub-appalti per la ricostruzione irachena; almeno cinque imprese gia’ indicate dai potenziali general contractors americani come loro partner; un’azienda, la Torno, candidata a un ruolo di general contractor; e 35 imprese che attualmente operano in Iraq per forniture d’un valore globale di 200 milioni di dollari. Le cinque aziende gia’ nelle liste dei giganti americani sono la Ansaldo Energia, la Astaldi, la Fata Group, la GTT e la Tekind. Sono cifre e dati che testimoniano l’interesse delle imprese italiane per la ricostruzione irachena. Adolfo Urso, vice-ministro alle attivita’ produttive, ne ha discusso, tra ieri e oggi, in contatti e incontri in una visita a Washington. Nei colloqui a Washington, dove ha visto, tra gli altri il ministro del commercio Don Evans, Urso ha anche parlato degli sviluppi delle relazioni commerciali tra Ue e Usa. Entro fine marzo, gli Stati Uniti prevedono di assegnare una prima tranche di lavori per circa 5 miliardi di dollari per la ricostruzione in Iraq. E proprio ieri, il Pentagono ha annunciato sette contratti, di un valore compreso tra i 28,4 e gli 8,4 milioni di dollari, a societa’ americane e britanniche. Dieci altri contratti saranno assegnati nei prossimi giorni nei settori dei lavori pubblici, della distribuzione idrica, dei trasporti, delle comunicazioni, della pubblica sicurezza, della giustizia, della sanita’ e delle forniture energetiche. La partecipazione italiana alla ricostruzione irachena – ha ricordato Urso – poggia su un tessuto tradizionalmente forte di relazioni commerciali tra Iraq e Italia. In passato terzo partner commerciale dell’Iraq, con un interscambio di due miliardi di euro la cui voce principale erano le macchine utensili, l’Italia era, negli Anni Novanta, il quarto partner dell’Iraq, con 250 aziende impegnate nel programma dell’Onu ‘oil for food’. Adesso, l’Italia e’ il terzo Paese come presenza militare in Iraq e anche il terzo donatore tra aiuti umanitari e fondi per la ricostruzione. Il 23 aprile, a Roma, l’Autorita’ civile provvisoria americana in Iraq, l’Amministrazione statunitense, i general contractors che saranno stati nel frattempo resi noti e le imprese italiane parteciperanno a una riunione organizzata dalla Confindustria: in quella sede, i general contractors, essenzialmente americani e britannici, che hanno maggiore consuetudine a lavorare con il Pentagono e a gestire situazioni complesse, anche dal punto di vista della sicurezza, potranno individuare loro partner italiani per sub-appalti o contratti di fornitura.


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