Mondo

Iraq: clero sciita controlla Saddam City

I predicatori delle moschee hanno raccolto volontari, istituito un centinaio di posti di blocco, raccolto beni saccheggiati

di Paolo Manzo

Il clero sciita ha riempito il vuoto di potere nel grande sobborgo sciita di Baghdad, un tempo chiamato ”Saddam city”. Con l’incoraggiamento della leadership religiosa di Najaf, i predicatori delle moschee hanno raccolto volontari, istituito un centinaio di posti di blocco, raccolto beni saccheggiati. Dagli altoparlanti delle moschee viene ripetuto l’editto del Grande Ayatollah al Sistani contro il saccheggio, e l’intera area, un ghetto che conta due milioni di abitanti, ha assunto il nuovo nome di ”Sadr city”, in memoria del Grande Ayatollah Mohammed Sadeq al Sadr, assassinato dal regime nel 1999. Fra i leader religiosi spiccano Ali Shawki, 47 anni, della moschea del Profeta Maometto, e Sayyid Sadeq Aalaq, 60 anni, della Moschea dell’Imam Ali. I loro uomini controllano la sicurezza nelle strade e negli ospedali, hanno ingiunto ai panettieri di riprendere a sfornare il pane. A loro si sono rivolti poliziotti decisi a tornare al lavoro. I religiosi hanno formato anche comitati popolari per far funzionare nuovamente acqua, elettricita’. Ieri e’ arrivato a Sadr city Mohammed Fartousi, un emissario del Grande Ayatollah al Sistani di Najaf, leader spirituale degli sciiti iracheni. Ha firmato ordini per la distribuzione di medicine negli ospedali e consegnato munizioni alle pattuglie. ”Non abbiamo bisogno degli americani”- ha dichiarato- ”Ci hanno sbarazzato di Saddam, niente di piu’, niente di meno”. Aalaq dice di essere stato contattato dagli americani, ma di non aver voluto parlare con loro. ”Se gli incontrassi, la mia popolarita’ crollerebbe”, afferma. E accusa Shawki di essere stato troppo vicino al Baath e di essere ora pronto a collaborare con gli americani. Intanto le squadre di vigilantes che si aggirano nel sobborgo hanno arrestato numerosi volontari arabi venuti in Iraq a combattere per il defunto regime di Baghdad. ”Ne abbiamo arrestati piu’ di 60”, siriani, libanesi, palestinesi, sauditi, racconta Ali Saddam, un 35enne con la maglietta dei ”Miami dolphins” che controlla uno dei tanti posti di blocco. In mancanza di tribunali vengono portati nelle mosche e picchiati fino a quando non confessano tutto. Poi, dicono gli sciiti, vengono consegnati agli americani. Samir Ali Alou, libanese della valle della Bekaa, e’ stato catturato sabato. Dopo molte botte, di cui porta i segni, ha raccontato che i feddayn Saddam, ancora attivi in alcune aree di Baghdad, lo avevano mandato nel sobborgo per spiare i militanti sciiti. Ma alla prima domanda e’ stato subito individuato come straniero e arrestato.


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