Cultura

Iraq: Cl, documento su guerra e terrorismo

"E' venuto anche il tempo in cui i cattolici, che vogliono vivere di piu' societa', devono difendere lo Stato: non uno Stato qualunque, ma quello della nostra convivenza civile''.

di Redazione

”Un anno fa dicemmo: ‘No alla guerra, si’ all’ America’. Seguendo il Papa, sentivamo atrocemente non risolutiva la guerra. Avevamo ragione: i problemi’ di prima, e in particolare il terrorismo, ci sono ancora tutti e gravissimi, come dimostra la Spagna”: si apre’ cosi’ un documento di riflessione di Comunione e Liberazione sui temi del terrorismo internazionale e della situazione sociale. ”Avevamo tuttavia la consapevolezza chiara – prosegue il documento – che il nostro disaccordo con le scelte di Bush non incrinava la nostra appartenenza a una tradizione, a una cultura di liberta’, democrazia e pluralismo di cui l’America e’ espressione realizzata, per quanto imperfetta. Proprio perche’ siamo amanti della pace, oggi che la guerra dichiarata dall’ America e’ finita, dobbiamo continuare a contrastare l’altra guerra che persiste: quella, pure dichiarata, del terrorismo, a cui un ‘ideologia debole e confusa – apparentemente prevalente nei nostri Paesi – non sa, di fatto,opporsi in termini adeguati”. ”La piazza – secondo Cl – soprattutto quella italiana, e’ riempita con frequenza, a volte piu’ che settimanale, di grida contro l’America, mischiate a quelle contro qualsiasi operato del governo; il terrorismo e’ anch’ esso denunciato, ma come reazione, ovvero come comportamento apparentemente inevitabile e quindi in qualche modo giustificato. Mentre qua e la’ nel mondo innocenti muoiono dilaniati dalle bombe, la piazza non scioglie i suoi cortei contro tutto, inneggiando a una pace senza sacrificio che lasci in pace e non disturbi un treno di vita che si vuole comodamente progressivo. Cosi’, mentre la piazza tende a salire al governo, il governo tende ad assumere i toni della piazza, rischiando tutti di rimanere per strada”. ”Ma, e’ ovvio, ‘cosi” ne’ si cambia ne’ si costruisce. C’é bisogno non di proteste urlate e indistinte, ma di educazione – spiega il documento di Comunione e Liberazione – La nostra tradizione, si’, la nostra tradizione cristiana rifiutata dalla Costituzione europea, non puo’ essere denigrata e corrosa, ma deve essere riscoperta nella sua potenza valorizzatrice della dignita’ umana. Le nostre responsabilita’ di fronte a tutto il mondo non possono essere impunemente fuggite, ma devono essere assunte, per non dimenticare i morti e non morire noi stessi. La nostra libera e plurale democrazia non puo’ essere assurdamente bollata come regime, ma deve essere sostenuta attraverso il rispetto delle istituzioni; rispetto che ci deve essere, per poterle criticare e correggere”. ”Come aveva profetizzato il cardinale Newman, pastore anglicano convertito al cattolicesimo – cosi’ si conclude lo scritto – e’ venuto il tempo in cui i cattolici, che vivono di fede, per essere tali devono difendere la ragione. E proprio la ragione ci dice che e’ venuto anche il tempo in cui i cattolici, che vogliono vivere di piu’ societa’, devono difendere lo Stato: non uno Stato qualunque, ma quello della nostra convivenza civile”.


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