Mondo

Iraq: Civiltà cattolica, no a guerra preventiva

La guerra ''preventiva e unilaterale'' degli Stati Uniti contro l'Iraq non portera' alla ''vittoria della pace'', anzi scatenera' ''una ripresa del terrorismo contro gli Usa

di Redazione

La guerra ”preventiva e unilaterale” degli Stati Uniti contro l’Iraq non portera’ alla ”vittoria della pace”, anzi scatenera’ ”una ripresa del terrorismo contro gli Usa e i Paesi occidentali alleati”. Queste, per Civilta’ Cattolica, saranno le conseguenze di una guerra che appare oggi ”difficilmente giustificabile” sia ”sotto il profilo del diritto internazionale che sotto il profilo morale”. Nell’editoriale del prossimo numero, la rivista analizza infatti i vari aspetti della vicenda irachena, affermando che un eventuale conflitto ”non si farebbe per la minaccia costituita da Saddam Hussein all’umanita’, come sostenuto da Bush, ma per motivi di ordine politico ed economico”. ”E la cruda realta’ – ammonisce Civilta’ cattolica – e’ che la guerra contro l’Iraq provochera’ una gran numero di vittime civili” e che, ”se e’ prevedibile che gli Stati Uniti vinceranno la guerra (ma probabilmente non sara’ una guerra lampo) non vinceranno la pace. Si puo’ prevedere infatti la destabilizzazione di tutto il Medio Oriente – aggiunge – poiche’ l’attacco all’Iraq sara’ considerato dalle masse islamiche piu’ politicizzate, che gia’ covano un odio contro l’Occidente, come un atto di guerra contro l’Islam e i Paesi arabi e islamici”. Il conflitto, infatti, ”spingerebbe molti giovani ad aderire alle varie organizzazioni terroristiche per il jihad contro l’Occidente”, scatenando ”una ripresa del terrorismo contro gli Usa e i Paesi alleati”. Del resto, sottolinea la rivista, le motivazioni di una guerra preventiva appaiono fragili, perche’ la minaccia rappresentata Saddam Hussein per l’imminente uso di armi di distruzione di massa ”non e’ plausibile”. E ”se e’ vero che l’Iraq ha contravvenuto molte volte alle Risoluzioni dell’Onu, e’ stato calcolato che le violazioni dell Risoluzioni sono avvenute 91 volte, 59 delle quali commesse da Stati alleati degli Stati Uniti: Israele (32), Turchia (24), Marocco (16)”. Anche riguardo la produzione e il possesso di armi di distruzione di massa, ”non si hanno prove certe sulla loro consistenza e sulla capacita’ di Saddam Hussein di usarle”, e del resto, ”le armi biologiche e chimiche sono possedute da tanti altri Stati, in primo luogo Stati Uniti e Russia”. Infine, afferma Civilta’ cattolica, ”il diritto internazionale esclude la guerra preventiva”, condannabile anche moralmente”, con l’eccezione della difesa in caso di attacco militare in atto o imminente”. Mancando queste motivazioni, per Civilta’ cattolica si puo’ solo concludere che ”il motivo di fondo” della guerra irachena ”pare essere la posizione geopolitica che l’Iraq occupa in Medio Oriente” e l’interesse economico degli Stati Uniti nei confronti della produzione di petrolio e gas naturale del Paese.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA