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Iraq: ci basta l’ok dell’Onu?

Dibattito in merito alla lettera del ministro degli Esteri Franco Frattini al segretario di Stato vaticano.

di Riccardo Bonacina

La lettera del ministro degli Esteri, Frattini al segretario di Stato Vaticano, il cardinale Angelo Sodano, per testimoniare la “profonda e convinta adesione al solenne messaggio del Santo Padre per la giornata mondiale della Pace 2003”, mi è parsa particolarmente ipocrita: egli loda il messaggio del Papa, dedicato ai quarant?anni dell?enciclica Pacem in Terris, mentre egli fa parte di un governo che si è già dichiarato disponibile a impegnare l?Italia in una guerra contro l?Iraq, a rimorchio degli Usa, che fanno questa guerra per interessi ?imperiali? e petroliferi propri, in buona parte anche in contrasto con gli interessi italiani ed europei, e in ogni caso i problemi sul tappeto sono risolvibili senza la guerra, che non farà che complicarli. Circa la sua opinione sulla “tradizionale politica di pace dell?Italia”, il ministro sembra ignorare che nel secolo XX l?Italia ha partecipato a numerose guerre, sempre dalla parte del torto. Eccole: 1) la guerra di Libia del 1911, guerra di conquista coloniale condotta con massacri indegni di un popolo civile; 2) la conquista coloniale dell?Etiopia, dove gli italiani si sono macchiati di orribili massacri contro le popolazioni civili, compreso l?uso dei gas asfissianti, e della rappresaglia contro civili per azioni militari degli Etiopi; 3) la guerra di Spagna, dove l?esercito fascista ha avuto un ruolo importante nella soppressione delle libertà civili del popolo spagnolo da parte della dittatura falangista; 4) la seconda guerra mondiale, dove l?Italia si è schierata con la Germania nazista per aggredire il mondo intero, e ha contribuito a massacri di civili (soprattutto in Jugoslavia). Il cinismo che ha mandato i nostri giovani ad ammazzare e farsi ammazzare fuori d?Italia e in Italia nel XX secolo, dovrebbe insegnare qualcosa al ministro Frattini, che dovrebbe prendere posizione decisa contro la guerra prossima ventura. Giorgio Forti, professore ordinario Facoltà di Scienze, Università di Milano Caro Forti, le recenti dichiarazioni di Schroeder e Fischer in cui si sostiene che la Germania potrebbe votare all?Onu in favore di un?azione armata e che, anche se non parteciperà con le sue truppe, Berlino consentirà l?uso del suo spazio aereo e delle basi, obbliga a un surplus di discussione tutti coloro che vogliono la pace. Bisogna porsi almeno due domande. La prima, prettamente politica: un Paese occidentale, alleato degli Usa e membro della Nato, può davvero comportarsi in maniera diversa da quanto sostenuto da Frattini o da Schroeder? La seconda: basta il suggello dell?Onu, come ha sostenuto Ciampi, a dare legittimità a un?azione militare contro l?Iraq? Necessitano risposte, il resto è retorica.


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