Mondo

Iraq: Chiese Usa, “guerra preventiva è immorale e illegittima”

Conclusa il 3 gennaio una missione ecumenica nel paese di Saddam Hussein

di Paul Ricard

”Una guerra preventiva e’ immorale e illegale. E’ teologicamente illegittima e viola profondamente i nostri convincimenti e i nostri principi cristiani. Come discepoli di Gesu’ Cristo, il Principe della pace, noi siamo consapevoli che questa guerra e’ assolutamente antitetica ai suoi insegnamenti. Gesu’ ha insegnato la pace, la giustizia, la speranza e la riconciliazione, ed ha respinto la vendetta, la guerra, la morte e la violenza”. Cosi’ si e’ espresso il pastore metodista Bob Edgar, presidente del Consiglio nazionale delle chiese degli USA, al ritorno da una missione svoltasi in Iraq dal 29 dicembre al 3 gennaio, di cui riferisce oggi l’agenzia evangelica NEV. ”Siamo andati in Iraq come ispettori umanitari e non come ispettori degli armamenti – ha aggiunto. – Siamo andati a incontrare i nostri interlocutori nelle chiese e nelle moschee, ad incontrare operatori delle Organizzazioni umanitarie e delle Nazioni Unite per acquisire dei dati sulla situazione umanitaria in Iraq. Siamo venuti a vedere il popolo dell’Iraq, cosi’ che gli americani possano vedere le facce di bambini che ridono e piangono, patiscono e soffrono”. La delegazione guidata da Bob Edgar era composta, tra gli altri, da pastori della Chiesa di Cristo Unita, della Chiesa Metodista, della Chiesa presbiteriana, della Chiesa Episcopale (comunione anglicana). Incontrando funzionari dell’Unicef, i delegati americani hanno ricevuto dati molto gravi sulla malnutrizione, le malattie e la fame che a causa dell’embargo colpiscono fasce sempre piu’ ampie di popolazione. Anche il programma ”Oil for food”, teso a garantire razioni alimentari in cambio del petrolio, appare del tutto inadeguato: le razioni fornite, infatti, non raggiungono standard nutrizionali minimi. ”Intendiamo esercitare una pressione sul nostro governo – hanno riferito i delegati del Consiglio nazionale delle chiese degli USA – perche’ modifichi il programma ‘Oil for food’ in modo tale che possa rispondere meglio ai bisogni umanitari, educativi e sanitari della popolazione. Noi rileviamo la crudelta’ insita nel programma ‘Oil for food’, per come si rivolge agli iracheni”. I delegati hanno anche avuto incontri sia con le diverse chiese cristiane dell’Iraq che con autorevoli esponenti della comunita’ islamica. Al rientro negli USA, la delegazione si e’ impegnata ad incontrare esponenti dell’Amministrazione Bush e leader del Congresso per esprimere il loro netto giudizio sulla illegittimita’ di questa guerra. Allo stesso tempo incontreranno membri del Consiglio permanente delle Nazioni Unite per chiedere una revisione del programma ‘Oil for food’ in termini piu’ rispettosi dei bisogni e dei diritti umani. In sintesi – ha affermato il pastore Edgar, ”insieme dobbiamo seminare i semi della pace e lasciare che Dio li innaffi e li nutra”. Il Consiglio nazionale delle chiese – ricorda l’agenzia Nev – e’ il piu’ importante organismo ecumenico degli USA: riunisce infatti 36 diverse denominazioni cristiane di tradizione protestante, anglicana ed ortodossa, per un totale di circa cinquanta milioni di persone, ripartite in oltre 140.000 comunita’ locali distribuite in tutto il territorio degli USA.


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