Mondo
Iraq: Bush presenta oggi la sua “strategia per la vittoria”
...mentre Christian Peacemaker Teams accusa: il sequestro dei nostri attivisti "è il risultato delle azioni dei governi americano e britannico".
ll presidente americano George Bush illustrera’ oggi per la prima volta la sua ”Strategia nazionale per la vittoria in Iraq” in un atteso discorso che terra’ all’Accademia navale di Annapolis (Maryland). ”Voglio che le nostre truppe tornino a casa, ma non voglio che tornino prima di aver raggiunto la vittoria… e noi abbiamo una strategia per la vittoria”, ha detto ieri Bush ai giornalisti, durante una visita al confine messicano, anticipando i contenuti del suo discorso.
La strategia, delineata in un testo di 27 pagine, non e’ nuova, spiegano alla Casa Bianca, ma e’ la prima volta che viene riunita in un documento pubblico.
Quello di oggi e’ il primo di quattro discorsi che Bush intende pronunciare sulla transizione in Iraq prima delle elezioni del 15 dicembre nel paese arabo. ”Il presidente parlera’ della vittoria in Iraq a breve, medio e lungo termine”, ha detto al New York Times una fonte dell’amministrazione Usa. L’obiettivo a medio termine e’ ”sconfiggere i terroristi, costruire istituzioni, raggiungere tappe politiche e mettere in piedi forze di sicurezza”, afferma la fonte, spiegando che per il presidente l’Iraq sta entrando in una nuova fase in cui stabilira’ un governo permanente e sara’ in grado di provvedere alla propria sicurezza.
”La visione a lungo termine -prosegue la fonte- e’ quella di una nazione pacifica, democratica e unita, che e’ ben integrata ed e’ un partner a pieno titolo nella guerra al terrore”. Intanto, a chiarire l’intenzione americana di puntare al rafforzamento delle forze di sicurezza irachene, il Pentagono ha chiesto ieri un finanziamento aggiuntivo di 3,9 miliardi di dollari per il nuovo anno destinato all’addestramento dell’esercito, la costruzione di nuove stazioni di polizia e alla fornitura di uniforme.
Intanto Christian Peacemaker Teams, l’organizzazione pacifista che annovera tra le sue fila i quattro cittadini occidentali rapiti sabato a Baghdad, ha “accusato” proprio gli Stati Uniti, insieme alla Gran Bretagna, per il sequestro di Norman Kember, James Loney, Harmeet Singh Soden e Tom Fox. Secondo il movimento, il rapimento sarebbe una conseguenza diretta dell’invasione militare dell’Iraq. L’organizzazione pacifista si è detta angosciata dalla visione del video trasmesso da al Jazeera, che mostra i suoi quattro attivisti in mano ai loro rapitori, ed ha voluto precisare in un comunicato che essi lavoravano in Iraq contro l’occupazione militare.
“Siamo arrabbiati perché ciò che è accaduto ai nostri membri è il risultato delle azioni dei governi americano e britannico e del loro attacco illegale all’Iraq”, ha reso noto l’organizzazione.
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