Mondo

Iraq: bombe Usa su moschea, almeno 45 morti

''Volevmo uccidere le persone che erano dentro'', avrebbe chiarito il tenente colonnello Brennan Byrne

di Paolo Manzo

Almeno 45 iracheni sarebbero morti sotto il bombardamento di una moschea a Fallujah da parte dei marines americani. Secondo i militari americani nella moschea bombardata dai marines a Fallujah, a ovest di Baghdad, si erano rifugiati i ribelli sciiti. ”Volevmo uccidere le persone che erano dentro”, avrebbe chiarito il tenente colonnello Brennan Byrne. Secondo una ricostruzione, a colpire la moschea sarebbero stati tre missili esplosi da un elicottero statunitense. L’emittente in lingua araba al Jazzera ha riportato che uno dei missili ha colpito un automobile parcheggiata di fronte la moschea, che sorge accanto all’edificio che ospita gli esponenti religiosi della citta’. Poco dopo, il comitato degli ulema sunniti ha annunciato la sospensione di tutti i contatti con le Nazioni Unite finche’ l’organizzazione internazionale non avra’ condannato l’assedio e le operazioni militari condotte contro Fallujah, a ovest di Baghdad, e le altre citta’ irachene. ”Sospendiamo tutti i contatti con l’Onu finche’ l’organizzazione non condanna esplicitamente le operazioni militari contro il popolo iracheno e numerose citta”’, ha dichiarato il segretario generale del comitato Hareth al Dari, in un conferenza stampa. Lo sceicco Dari ha chiesto all’Onu di operare affinche’ ”le forze di occupazione pongano fine all’assedio nei confronti di Fallujah e delle altre citta’ irachene. Il comitato degli ulema e’ una delle organizzioni che rappresentano la comunita’ sunnita in Iraq. L’inviato dell’Onu in Iraq, Lakhdar Brahimi, si trova in Iraq da domenica scorsa per aiutare nel trasferimento dei poteri agli iracheni. Intanto i media Usa s’interrogano sulla nuova alleanza tra sciiti e sunniti contro le forze di occupazione. “Quello che colpisce della rivolta che dalla scorsa settimana sta incendiando l’Iraq e’ l’inquietante sinergia che si e’ sviluppata tra gli insorti sciiti e sunniti”. Cosi’ il ”New York Times” registra oggi, insieme ad altri giornali americani, come le due comunita’ irachene storicamente rivali sia stiano riavvicinando in chiave anti-americana, notando anche l”’ampiezza del sostegno” che sta raccogliendo il leader ribelle sciita, Moqtada al-Sadr. Anche il ”Washington Post” registra come ”i rivali musulmani siano uniti nella rivolta a Baghdad”: nelle strade della capitale irachena ”per molto tempo definite dalle differenze di religione e politiche, stanno emergendo segnali del fatto che la resistenza all’occupazione statunitense puo’ trasformarsi da un’attivita’ sporadica e clandestina in una piu’ vasta insurrezione di miliziani che sostengono di combattere nel nome della comune fede, l’Islam” scrive il corrispondente da Baghdad, ricordando come lunedi’ gli abitanti di Adhamiya, un quartiere a maggioranza sunnita abbiamo marciato insieme ai seguaci sciiti di al Sadr.


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