Mondo

Iraq: arcivescovo Canterbury contro Blair

La guida di 70 milioni di anglicani nel mondo: «Alimenterà nuovamente il terrorismo»

di Giampaolo Cerri

L’oppositore più strenuo a Blair sulla guerra? L’arcivescovo di Canterbury George Carey. Il capo spirituale dei 70 milioni di anglicani nel mondo, ha espresso forte opposizione a qualsiasi azione militare contro l’Iraq, affermando che avra’ il solo effetto di alimentare ulteriormente il terrorismo. «Non vedo assolutamente alcuna ragione per un attacco militare», ha detto l’alto prelato in un’intervista alla radio australiana Abc da Hong Kong, dove partecipa al Consiglio consultivo anglicano, di cui e’ presidente uscente. Ora che l’Iraq ha aperto la porta al ritorno degli ispettori di armi nel Paese, gli Stati uniti debbono astenersi dall’azione militare, ha detto l’arcivescovo. «Io sono tra coloro che sarebbero molto riluttanti verso un attacco militare, alla luce della disponibilita’ di Saddam Hussein a permettere l’ingresso di ispettori», ha aggiunto. Secondo Carey, «sarebbe una cosa scioccante se gli Stati Uniti procedessero da soli, senza il sostegno delle Nazioni Unite, e ci devono ancora convincere che Saddam Hussein effettivamente costituisca una reale minaccia». La determinazione americana a muovere contro l’Iraq ha finora trovato un sicuro alleato solo in Tony Blair, il premier laburista della Gran Bretagna, che e’ a grande maggioranza di fede anglicana. Il primate anglicano ha infine espresso la speranza che Washington, la sola superpotenza rimasta, si renda conto che deve usare la sua forza «per costruire il mondo e per sostenere le Nazioni unite».


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