Mondo

Iraq: Annan, conflitto in corso è peggio di guerra civile

Il duro giudizio è stato espresso ieri dal segretario Onu

di Gabriella Meroni

Le violenze in Iraq sono “molto peggio” di una guerra civile: e’ il giudizio che il segretario generale dell’Onu, Kofi Annan, ha pronunciato ieri nel corso di un’intervista alla Bbc in cui ha anche affermato di capire che alcuni iracheni possano ritenere che stavano meglio sotto Saddam Hussein. “Quando abbiamo avuto il conflitto in Libano e in altri luoghi lo chiamavamo guerra civile, questo e’ molto peggio”, ha affermato il diplomatico ghanese. Parole che sembrano un’indiretta risposta a George W. Bush, che aveva negato che per l’Iraq si potesse parlare di “guerra civile”. A meno di un mese dalla fine del suo mandato, Annan ha affermato che l’invasione angloamericana del marzo 2003 in Iraq poteva essere evitata se solo si fosse dato piu’ tempo agli ispettori dell’Onu per completare il loro lavoro e ha affermato che quel fallimento ancora pesa al Palazzo di vetro. Intanto, pero’, la proposta di Annan di una conferenza di pace internazionale per l’Iraq e’ stata bocciata dal presidente iracheno Jalal Talabani. “In Iraq e’ in corso un processo politico e c’e’ un parlamento che e’ il migliore della regione – ha affermato il curdo Talabani in una nota – siamo diventati uno Stato indipendente e sovrano e saremo noi a decidere il futuro del nostro Paese”. Contro la conferenza si era pronunciato anche l’alto esponente sciita Abdel Aziz al-Hakim. Il segretario generale aveva proposto una conferenza organizzata dalla comunita’ internazionale e con “il coinvolgimento di Siria e Iran”. Ad aumentare il caos che aleggia sull’Iraq, e’ arrivato l’appello del ministro degli Esteri di Baghdad, Hoshyar Zebari, ai Paesi arabi affinche’ sostengano il suo governo e rilancino la conferenza di riconciliazione proposta dalla Lega araba. “Abbiamo chiesto all’Egitto di prendere l’iniziativa e di assicurare una posizione araba unita a sostegno del governo iracheno”, ha spiegato a margine di una visita al Cairo, “abbiamo bisogno di iniziative pratiche”. Intanto sono saliti a 60 i morti per il triplice attentato con autobomba di sabato a Baghdad e le violenze hanno fatto ancora una trentina di morti in Iraq nella giornata di domenica, per lo piu’ a Kirkuk e Baquba. Per superare la crisi il presidente americano George W. Bush sta valutando una “lista della spesa” con varie opzioni lasciatagli dal segretario alla Difesa dimissionario, Donald Rumsfeld, ha riferito una fonte della Casa Bianca. Nel memorandum, di cui aveva gia’ dato notizia il New York Times, si sostiene che in Iraq serve “un adeguamento importante” e si ipotizza anche la possibilita’ di una riduzione delle truppe.


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