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Iraq: Amnesty all’Onu, guerra avrà disastrosi effetti sui civili

“Chiedo al Consiglio di Sicurezza di applicare alla situazione irachena, adesso, gli standard che ha elaborato” – ha chiesto Irene Khan.

di Redazione

NAZIONI UNITE/IRAQ: IL CONSIGLIO DI SICUREZZA HA PAURA DI AFFRONTARE I COSTI UMANI DEL CONFLITTO IN IRAQ ?Il Consiglio di Sicurezza ha paura di affrontare i costi umani del conflitto in Iraq?? ? ha chiesto oggi Irene Khan, Segretaria Generale di Amnesty International. ?Il Consiglio di Sicurezza deve dare alta priorità alle conseguenze della guerra per la situazione umanitaria e per i diritti umani. Quando si parla di una guerra contro un paese la cui popolazione sta soffrendo a causa delle gravi violazioni dei diritti umani commesse dal proprio governo e di oltre dieci anni di sanzioni, la necessità di una valutazione del genere diventa ancora più importante? ? ha aggiunto Irene Khan. Alla fine della settimana scorsa, Amnesty International ha scritto al presidente del Consiglio di Sicurezza esprimendo il timore che il probabile impatto sui civili di una possibile azione militare contro l?Iraq non stia ricevendo l?attenzione che merita; l?argomento dovrebbe essere invece esaminato in una sessione aperta, alla presenza di tutti i membri delle Nazioni Unite. Amnesty International ha manifestato apprezzamento per la decisione del Sudafrica di richiedere tale dibattito: una richiesta, ha sottolineato l?organizzazione per i diritti umani, che ?è indispensabile che il presidente del Consiglio di Sicurezza accolga. È urgentemente necessario che il Consiglio di Sicurezza dibatta in maniera esauriente, informata ed aperta, sulle conseguenze, per la situazione umanitaria e dei diritti umani, di un?azione militare. Se il Consiglio di Sicurezza intende adempiere in modo adeguato alle responsabilità derivanti dalla Carta delle Nazioni Unite, tali conseguenze dovranno essere attentamente analizzate e messe a confronto con la minaccia che l?Iraq si ritiene costituisca per la pace e la sicurezza?. Amnesty International inoltre teme profondamente che l?attuale situazione dei diritti umani in Iraq possa peggiorare in caso di un?azione militare. In particolare, vi è il rischio di rinnovati abusi da parte delle autorità irachene, dei gruppi armati di opposizione e di altre parti coinvolte nelle operazioni militari, nonché quello di rappresaglie per motivi etnici o di altra natura. Vi è dunque la necessità di verificare da vicino, avvalendosi anche della consulenza di esperti, la situazione dei diritti umani in Iraq. ?Purtroppo, le preoccupazioni per i diritti umani in un contesto del genere non sono state prese in esame dal Consiglio di Sicurezza?, ha denunciato Irene Khan. ?La presenza di osservatori sui diritti umani apporterebbe un significativo contributo alla protezione dei diritti umani, non solo nelle attuali circostanze, ma anche in ogni futuro scenario?, ha aggiunto la Segretaria Generale di Amnesty. ?Il loro mandato dovrebbe riguardare gli abusi dei diritti umani commessi da ogni parte in territorio iracheno e i loro rapporti dovrebbero fornire al sistema delle Nazioni Unite informazioni autorevoli sulla situazione dei diritti umani e indicazioni sui rimedi necessari?. Amnesty International è conscia del fatto che le Nazioni Unite stanno valutando i rischi umanitari di un conflitto in Iraq. ?Il Segretario Generale Kofi Annan ha intenzione di discutere l?impatto umano di un conflitto in Iraq in un incontro informale del Consiglio di Sicurezza, ma questo è un argomento troppo importante per poterlo esaminare a porte chiuse. Ci vuole un dibattito formale, aperto e trasparente.? ? ha precisato Khan. Da oggi i soci di Amnesty International nel mondo si mobilitano per esercitare pressione sul Consiglio di Sicurezza affinché venga svolto un dibattito esauriente all?interno delle Nazioni Unite. Amnesty International ha inoltre invitato il Consiglio di Sicurezza a chiedere al Segretario Generale una relazione pubblica e urgente sull?impatto di una azione militare sulla popolazione civile dell?Iraq e di altri paesi. In modo particolare, l?organizzazione per i diritti umani chiede al Consiglio di Sicurezza di esaminare: (a) i probabili effetti di un?azione militare sulla complessiva situazione umanitaria e dei diritti umani della popolazione irachena, già esposta a gravi violazioni ad opera del suo governo ed agli effetti delle sanzioni economiche, specialmente in caso di gravi interruzioni nella distribuzione del cibo e di danni alle infrastrutture essenziali; (b) il rischio che l?azione militare possa provocare una crisi di spostamenti di massa simile a quella del 1991, con la necessità di assicurare l?apertura dei confini e la solidarietà internazionale per fornire efficace protezione ed assistenza ai rifugiati e agli sfollati interni; (c) il rischio di gravi violazioni del diritto internazionale umanitario, tra cui attacchi contro civili, uso di scudi umani, attacchi indiscriminati e attacchi contro obiettivi civili. È inoltre necessario valutare l?impatto del possibile uso di armi chimiche, biologiche e nucleari – armi di per sé indiscriminate. (d) i modi per assicurare l?immediato invio di osservatori sui diritti umani, secondo quanto richiesto dalla risoluzione 57/232 approvata dall?Assemblea Generale lo scorso dicembre. Amnesty International ha apprezzato e sostenuto le iniziative assunte negli ultimi anni dal Consiglio di Sicurezza, in cui si è sottolineata l?importanza di garantire la massima protezione dei civili nelle situazioni di conflitto armato e di assicurare che i responsabili degli abusi siano chiamati a risponderne, come espresso nelle risoluzioni 1265 (1999), 1296 (2000) e 1460 (2003). ?Chiedo al Consiglio di Sicurezza di applicare alla situazione irachena, adesso, gli standard che ha elaborato? ? ha concluso Irene Khan.


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