Cultura

Iraq: ambasciatore Usa, distanza con il Vaticano

Su guerra peventiva, dice l'ambasciatore Usa presso la Santa Sede Jim Nicholson, siamo lontani

di Paul Ricard

Per l’ambasciatore Usa presso la Santa Sede Jim Nicholson il Papa ”ritiene che la comunita’ internazionale debba assumersi la responsabilita’ di eliminare la minaccia rappresentata da Saddam, e questo e’ cio’ che ha fatto Bush rivolgendosi alle Nazioni Unite e ottenendo il voto unanime del Consiglio di sicurezza”. Ma la inammissibilita’ del principio di una guerra preventiva all’Iraq, ha ammesso il diplomatico in un’intervista al settimanale ‘L’Espresso’, rimane ”in effetti il punto di disaccordo fra gli Stati Uniti e la Santa Sede”. ”La linea che la Santa Sede ha esposto a Washington e’ chiara e coerente” spiega Nicholson, che arrivo’ a Roma proprio nei giorni del micidiale attacco alle Torri Gemelle e che ha raccontato in un libro che in quei giorni il Papa ”dopo aver molto riflettuto e pregato mi disse che si trattava di un attacco non solo agli Stati Uniti ma all’intero genere umano, e che quindi eravamo giustificati a intraprendere azioni di difesa”. Ma per il Vaticano, ha riconosciuto l’ambasciatore, non ci sono giustificazioni sufficienti per sferrare un attacco prima del nemico. ”Ho avuto ripetute discussioni con diversi dirigenti vaticani. Essi hanno ascoltato attentamente e riflettuto. Ma certo non hanno cambiato il loro punto di vista”.


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