Volontariato

Iraq, 9mila morti a giugno a causa dell’embargo

Due terzi sono bambini al di sotto dei cinque anni: mancano medicinali e strutture. L'ambasciatore iracheno presso le Nazioni Unite, Aldouri, ha scritto a Kofi Annan

di Benedetta Verrini

Continua l’agonia del popolo iracheno, che si trova all’undicesimo anno di embargo internazionale: le autorita’ di Baghdad hanno annunciato ieri che oltre 9.000 iracheni, per quasi due terzi bambini, sono morti lo scorso mese di giugno a causa di malattie dovute al proseguimento delle sanzioni economiche imposte dall’Onu al Paese arabo all’indomani dell’invasione del Kuwait (che avvenne, appunto, nell’agosto 1990).
In un comunicato del ministero della Sanita’, diffuso oggi dall’agenzia ufficiale Ina, si precisa che a giugno sono deceduti oltre 6.000 bambini al di sotto dei cinque anni a causa di dissenteria e malnutrizione contro i meno di 400 bimbi della stessa fascia di eta’ morti nel giugno del 1989. Inoltre, sempre a giugno, sono morti oltre 3.000 iracheni adulti soprattutto per malattie cardiache, alta pressione sanguigna e tumori. Gli adulti e gli anziani morti nel giugno del 1989 erano stati 430.
Due settimane fa, in una lettera inviata al segretario generale dell’Onu Kofi Annan, l’ambasciatore iracheno presso le Nazioni Unite, Mohammed Aldouri, aveva scritto che dall’agosto 1990 a tutto lo scorso maggio, 1.520.417 iracheni sono morti a causa della scarsita’ di medicinali e di attrezzature sanitarie.

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