Mondo
Iraq: 58 corpi riaffiorati nel Tigre
Le persone identificate sono tutte sciiti. Tra loro, donne e bambini
Sembrava un sequestro fantasma, uno dei tanti casi di propaganda di guerra. E invece sembra che davvero una sessantina di sciiti siano stati rapiti e poi uccisi la settimana scorsa da un gruppo di guerriglieri sunniti a Madain, a sud di Baghdad. I cadaveri di 58 persone, tra cui donne e bambini, sono affiorati nelle acque del fiume Tigri una trentina di chilometri a valle di Madain e il presidente iracheno Jalal Talabani non ha dubbi: si tratta di quegli ostaggi. La giornata e’ stata segnata anche da altre violenze, in particolare l’uccisione di 19 agenti della Guardia nazionale ad Hadith, vicino al confine con la Siria, e da un segnale di speranza per il futuro politico del paese. Domani il premier incaricato Ibrahim Jafaari dovrebbe annunciare il suo nuovo governo. Ma su di tutto domina l’orrore per la terribile scoperta fatta non lontano dalla capitale. “I corpi in decomposizione sono stati recuperati sulle rive del Tigri tra al Wahda e al Hafriya”, in un tratto di fiume di circa 20 chilometri, ha riferito un colonnello della polizia irachena in servizio a Suwayrah. Alcuni cadaveri erano decapitati. Le vittime “sono state sepolte in un cimitero che si trova 3 chilometri a ovest di Suwayrah”, ha proseguito la fonte, “dopo che la polizia ha scattato fotografie delle salme”. A dare per primo la notizia e’ stato pero’ Talabani, dopo avere preannunciato l’imminente presentazione del futuro governo Jafaari. “Abbiamo il nome di tutti coloro che sono stati uccisi e dei loro assassini”, ha assicurato, “avrete dettagli nei prossimi giorni”. Il presidente e’ certo che la strage sia stata compiuta tra gli abitanti di Madain: “Non e’ vero che non c’erano ostaggi. C’erano, ma erano stati uccisi e i loro corpi gettati nel Tigri”. Le autorita’ irachene ora dovranno fare piena luce su cosa sia davvero successo a Madain. Le prime voci di un’azione in grande stile contro la popolazione sciita della cittadina risalgono a venerdi’ scorso. Un leader sciita annuncia la presa d’ostaggi raccontando di avere ricevuto messaggi molto allarmati dalla gente del posto. Il commando di miliziani sunniti armati, dice, si e’ attestato in paese minaccia di uccidere le persone nelle loro mani se gli sciiti non lasceranno la cittadina. Il giorno successivo truppe irachene e statunitensi circondano Madain e sferrano un attacco ai guerriglieri sunniti che la difendono. Dalle prime verifiche compiute dai militari sembra, e lo conferma il ministero della Difesa, che non vi siano tracce dei sequestratori ne’ elementi che confermino un rapimento. Intanto il gruppo terroristico che fa capo al giordano Abu Mussab al Zarqawi, quinta colonna di al Qaeda in Iraq, assicura in un comunicato via internet che il presunto sequestro e’ una montatura per giustificare l’offensiva contro Madain.
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