Cultura
Iran: nonostante le persecuzioni, cresce il numero dei cristiani
Solo lo scorso anno più di 100 cristiani sono stati arrestati, imprigionati o torturati. La conversione è punita con la morte per gli uomini e l'ergastolo per le donne. Eppure, proprio in Iran il cristianesimo sta crescendo in maniera sorprendente e sono oltre 1milione gli iraniani convertiti
di Marco Dotti
Nonostante i continui attacchi al diritto alla libertà di credo religioso e una situazione peggiorata sotto la presidenza di Rouhani, il numero di cristiani in Iran è cresciuto vertiginosamente. Lo rileva Marta D'Auria in un'interessante analisi pubblicata oggi su "Riforma.it", l’organo di informazione delle chiese evangeliche battiste, metodiste e valdesi in Italia.
In Iran, vengono comminate più condannate a morte di qualsiasi altro Paese al mondo. Inutile ricordare che in gran parte si tratta di persone appartienenti a minoranze religiose. I cristiani in Iran, osserva D'Auria, sono solitamente accusati di compiere azioni contro la sicurezza nazionale, di spionaggio o – fatto ancor più grave – di apostasia e blasfemia.
Ricordiamo che in Iran l'apertura di nuove chiese è proibita e la conversione dall’Islam – religione di Stato – è punibile con la morte per gli uomini e con l’ergastolo per le donne. Nel 2015, più di 100 cristiani sono stati arrestati, imprigionati o sono stati vittime di tortura. Non solo: sarebbero circa 120.000 le persone giustiziate dal 1981 per le loro convinzioni politiche o religiose, 2.500 delle quali impiccate da Rouhani, salito al potere da nemmeno 3 anni, nel 2013.
Una situazione molto critica. Eppure, è proprio in Iran che il cristianesimo sta crescendo in maniera sorprendente. Leggiamo ancora da "Riforma": «nel 2015, l’organizzazione missionaria Operation World ha indicato l’Iran come il paese nel mondo in cui la popolazione evangelica cresce più rapidamente, con una stima annua del 19,6%. Negli ultimi due decenni il numero di iraniani diventati cristiani sarebbe superiore a quello calcolato nei precedenti 13 secoli. Oggi, secondo i dati forniti da Christian Solidarity Worldwide – organizzazione cristiana impegnata nella difesa dei diritti umani e della libertà religiosa – sarebbero più di 1 milione gli iraniani convertiti al cristianesimo».
Un dato che qualcuno mette in relazione proprio con le persecuzioni dirette e con il clima ancora ostile che – nonostante il cristianesimo, al pari di ebraismo e zoroastrismo sia riconosciuto dalla Costituzione iraniana – non permette a tanti di vivere apertamente la propria fede.
«In tale contesto – spiega D'Auria – lo sviluppo del cristianesimo è enorme e non è limitato all’Iran. Esso cresce anche all’interno della diaspora iraniana, in paesi come il Regno Unito, Stati Uniti, Turchia, Germania e Canada, dove i cristiani iraniani sono molto attivi attraverso i media. Ci sono, infatti, diversi canali televisivi satellitari che trasmettono predicazioni del Vangelo in lingua farsi».
In un ambiente ostile il cristianesimo riesce a diffondersi e sopravvivere. muovendosi attraverso reti di relazione, grazie a quella capacità di tener viva la fiamma sotto la cenere che è, a guardar bene, la sua matrice originaria.
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