Due anni dopo Masha Amini

Iran, le donne nemico pubblico del regime

«Il movimento per i diritti umani “Woman life freedom” è probabilmente il più grande e importante dei nostri tempi», dice Mahmoud Amiry Moghaddam, direttore di Iran Human Rights. «La comunità internazionale deve sostenere la lotta delle persone per i diritti fondamentali e per la rimozione dell'apartheid di genere»

di Anna Spena

Nel secondo anniversario della morte di Masha Amini e dall’inizio delle proteste (Mahsa Amini, in Iran la protesta è diventata disobbedienza civile) in cui persone da ogni parte dell’Iran scesero in piazza per sfidare decenni di oppressione e di discriminazione di genere, la popolazione iraniana continua a subire le devastanti conseguenze della brutale repressione della rivolta “Donna Vita Libertà”, in un contesto di sistematica impunità per i crimini di diritto internazionale. «Nessuna indagine degna di questo nome, imparziale e indipendente è stata mai svolta sulle gravi violazioni dei diritti umani e sui crimini di diritto internazionale commessi dalle autorità iraniane durante e dopo le proteste nazionali del periodo settembre-dicembre 2022, come l’uso massiccio e illegale della forza e delle armi da fuoco da parte delle forze di sicurezza», come sottolinea Amnesty International. Secondo i dati di Human Rights Activists News Agency a febbraio 2023 sono stati 530 i morti fra i manifestanti, mentre gli arresti hanno superato i 19 mila. In carcere, oltre a migliaia di manifestanti, finiscono anche molti intellettuali, giornalisti e oppositori politici. «Le autorità sono apparentemente riuscite a controllare le proteste, quindi non abbiamo proteste più grandi nel Paese. Tuttavia, la protesta silenziosa, la disobbedienza civile, soprattutto delle donne, continua», dice Mahmoud Amiry Moghaddam, direttore di Iran Human Rights. 

In che modo la popolazione continua a manifestare il suo dissenso?

Ci sono molte donne nelle strade iraniane che escono senza l’hijab obbligatorio, e il regime non può fermarle. Questa cosa sarebbe stata impossibile prima del brutale omicidio di Masha Amini. L’Iran non tornerà a com’era prima di due anni fa, ma il regime è sempre lo stesso. Inoltre l’economia peggiora di giorno in giorno, le persone non sperano neanche che un cambiamento all’interno del regime sia possibile. È solo questione di tempo: le proteste ricominceranno presto. 

Cosa è cambiato nel Paese da quando Masoud Pezeshkian ricopre la carica di presidente?

Non è cambiato nulla e non si supponeva che cambiasse nulla perché il nuovo presidente è leale al leader supremo. E se non fosse stato leale al leader supremo, non sarebbe diventato presidente perché non abbiamo elezioni democratiche in Iran. Pezeshkian potrebbe provare a migliorare le relazioni con l’Occidente. Potrebbe usare una retorica diversa quando parla. Ma la situazione dei diritti umani in Iran non ci saranno cambiamenti. Il regime reprime le rivolte perché sa di non avere il sostegno della gente.Inoltre abbiamo a che fare con un regime altamente corrotto e incompetente, che non è in grado di risolvere i problemi quotidiani delle persone. 

Quante esecuzioni ci sono state in Iran negli ultimi due anni? 

Più di 1.400 quelle confermate, ma crediamo che i numeri reali siano molto più alti.

Qual è la situazione delle donne?

Le donne sono considerate il peggior avversario del regime, ma loro non mostrano nessun segno di resa.

Il conflitto tra Israele e Hamas che tipo di ripercussioni sta avendo all’interno del Paese?

Le autorità iraniane hanno usato e stanno usando il conflitto tra Israele e Hamas come un’opportunità per aumentare la repressione in Iran. Sapevano bene che, soprattutto all’inizio del conflitto, l’attenzione del mondo era rivolta principalmente lì e al ruolo che aveva l’Iran nel conflitto. Quindi i Paesi Occidentali sono stati molto più attenti nel criticare il Paese per come si muoveva al di fuori dei confini che a condannarlo per le violazioni dei diritti umani al suo interno. Infatti dopo che Hamas ha attaccato Israele abbiamo assistito a un rapido aumento del numero di esecuzioni con una media di tre esecuzioni al giorno per diversi mesi. 

Cosa dovrebbe fare di più la comunità internazionale? 

Il movimento per i diritti umani “Woman life freedom” è probabilmente il più grande e importante dei nostri tempi. Parliamo di esseri umani che sono stati trattati come cittadini di seconda classe perché sono donne o perché appartengono a un’etnia specifica. E questo sta accadendo nel 2024. Questa è una lotta per la dignità umana per tutti noi. Quindi tutte le persone e tutti i Governi che aderiscono ai principi dei diritti umani devono sostenere l’Iran e la lotta delle persone per i diritti fondamentali, per la rimozione dell’apartheid di genere, per l’uguaglianza tra gli esseri umani, indipendentemente dal genere, dall’etnia, dal credo religioso e così via. Quindi speriamo che la comunità internazionale mostri più solidarietà con il popolo iraniano, con i suoi ideali di diritti umani fondamentali per tutti gli esseri umani.

Qual è il ruolo dell’Iran in Medio Oriente?

La minaccia più grande per il regime iraniano è il popolo iraniano, quelli che sono scesi in piazza due anni fa. Israele non rappresenta una minaccia esistenziale per l’Iran, né gli Stati Uniti, ma le giovani donne e i giovani uomini iraniani rappresentano una minaccia. Quindi le autorità iraniane, cercheranno e faranno del loro meglio per mantenere il livello di tensione abbastanza alto in modo che la comunità internazionale non guardi a quello che sta facendo dentro il Paese. L’unica cosa che conta per loro è il costo politico di ciò che stanno facendo. Quindi ogni volta che l’attenzione della comunità internazionale è rivolta a cose che stanno accadendo fuori dall’Iran, come ciò che sta accadendo in Medio Oriente, o ogni volta che la loro attenzione è rivolta alla questione nucleare, le autorità iraniane possono usare l’opportunità per reprimere i propri cittadini. 

Foto AP/Krisztian Elek / SOPA Images/Sipa USA

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