Mondo

Irak, insulti di Rumsfeld alla Germania

Il segretario di Stato americano porta un attacco senza precedenti ai tedeschi. Berlino: “e' fuori di testa"

di Redazione

La nuova stilettata dal segretario di stato Usa Donald Rumsfeld, che sull’Iraq ha messo la Germania sullo stesso piano di Libia e Cuba, ha creato irritazione a Berlino e provocato una valanga di reazioni anche se finora nessuna ufficiale del governo. In dichiarazioni oggi all’Handelsblatt, il consigliere del Pentagono Richard Perle che giorni fa aveva definito ”irrilevante” la Germania, ha rincarato la dose: ”i tedeschi non svolgono piu’ alcun ruolo”. Un ricucitura delle relazioni tedesco americane e’ a suo dire ”con un nuovo governo sicuramente possibile”. Secondo Perle, la posizione del governo non risponde a quella della popolazione: ”i risultati alle regioni in Assia e Bassa Sassonia parlano da se”, ha detto riferito alla debacle Spd. In dichiarazioni al Weser Kurier, il presidente del Bundestag Wolfgang Thierse (Spd) afferma che gli Usa hanno un ”rapporto problematico” con il consiglio di sicurezza Onu: intendono seguire le sue risoluzioni solo se gli stanno bene, ”altrimenti attaccano anche senza risoluzione”, ha criticato. Il ministro degli esteri Joschka Fischer (verde), in dichiarazioni alla Zdf, ha cercato di minimizzare le parole di Rumsfeld: ha detto di avere passato a New York diverse ore con il segretario di stato Colin Powell e di avere avuto l’ impressione ”che questa sia la posizione del governo Usa”. Il ministro degli interni Otto Schily (Spd) ha rimandato alle origini di Rumsfeld (gli antenati provenivano dalla zona di Brema) e li’ ”la lingua si articola talvolta in modo un po’ grossolano, non lo prendo molto sul serio”, ha detto. Ancor piu’ esplicito l’ex ministro degli esteri Klaus Kinkel (Fdp, liberale): ”Rumsfeld e’ uscito di testa, un comportamento impossibile”, ha detto ieri alla rete nt-v. Il coordinatore del governo per i rapporti tedesco-americani Karsten Voigt (Spd) ha suggerito ad ambo le parti un ”disarmo retorico”, mentre il portavoce di difesa della Cdu Christian Schmidt ha osservato che non ci si deve meravigliare delle reazioni se a Berlino si definisce cowboy il presidente Bush: ”chi semina vento raccoglie tempesta”, ha detto. Anche il direttore dell’Aspen Institute in Germania Jeffrey Gedmin, autorevole commentatore dei rapporti tedesco-americani in Germania, non si meraviglia delle uscite di Rumsfeld: ”chi lo conosce sa che ogni giorno arriva una nuova offesa, non lo prenderei cosi’ sul serio”. A suo dire le tensioni dipendono dal cancelliere Gerhard Schroeder, il ministro della difesa Peter Struck (entrambi Spd) e Fischer: ”altre persone sarebbero di aiuto”, anche Fischer ha perso influenza, ha detto. Rumsfeld e’ atteso questo fine settimana a Monaco alla conferenza internazionale sulla sicurezza: e’ previsto anche un incontro col collega Struck.


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