Non profit
iPad, l’oggetto dei desideri perfetto per il non profit
Come sfruttare le potenzialità dei nuovi tablet
Il nuovo nato sta sparigliando il mercato di pc e smartphone. I tablet
sono l’ultimo ritrovato dell’alta tecnologia, ma paradossalmente saranno utili soprattutto a utenti poco evoluti. E al non profit, che potrà installarvi applicazioni ad hoc e usarli ovunque. A partire
dai servizi di assistenza domiciliare
Tutti lo vogliono, tutti lo bramano, qualcuno lo snobba. Si chiama iPad ed è subito stato eletto “oggetto dei desideri 2010”. La nuova creatura di Apple – un computer più piccolo di un netbook e più grande di uno smartphone – non è però l’unico tablet disponibile sul mercato. Il settore dei “pc bonsai” è in rapida crescita e può contare su colossi dell’informatica come Hp, Toshiba e Microsoft. Piccoli computer senza mouse: troppo grandi per metterseli in tasca, e troppo piccoli per essere usati come un vero e proprio portatile. Tanto che qualcuno si chiede: ma a chi servono?
Ma ci sono professioni che potrebbero trarre benefici da questa new entry? Secondo Mantellini proprio il non profit potrebbe (e dovrebbe) essere interessato a sfruttare le capacità dei tablet: medici in testa, ma anche cooperanti e insegnanti. Basti pensare che proprio l’organizzazione One Laptop Per Child (http://laptop.org) ha in programma di produrre entro il 2010 un nuovo tablet, che costerà meno di 100 dollari, da diffondere nei Paesi in via di sviluppo. «Se consideriamo che la versione base del nuovo iPad costa 360 euro», chiosa Mantellini, «è chiaro che stiamo parlando di un oggetto alla portata di molti, per nulla elitario».
Per molti telefonini tuttofare, quindi, ci sono già esempi di successo come «Scopri quanto sei Cattivik», applicazione promossa da Terre des Hommes con cui è possibile sensibilizzare anche i più distratti sull’importanza della tutela dei diritti dei bambini. C’è «MissionZero», per essere aggiornati in tempo reale su temi inerenti l’ecologia e la sostenibilità ambientale, promossa dal sito http://missionzero.org. O ancora l’applicazione «FirstAidWork», lanciata dalla Croce Bianca di Bolzano (www.first-aid-platform.info), che fornisce informazioni su come effettuare le corrette manovre di primo soccorso.
Solo per fare alcuni esempi disponibili su varie piattaforme e per dare l’idea di cosa si può fare. Ma soprattutto per rendersi conto di quanto ancora si possa fare. Con un po’ di fantasia e competenze specifiche: tutti convinti che il tablet non sarà una moda passeggera. Ma un nuovo modo di rimanere connessi.
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