Sostenibilità

Io, ultra-runner per l’ambiente

Ivana Di Martino corre sempre per delle buone cause. Da Terre des Hommes a Dynamo, passando per Difesa Donna e Banco Alimentare. A luglio, correrà più di 2 maratone al giorno per 4 giorni negli splendidi scenari norvegesi fino a raggiungere l’estremità nord del nostro continente, Nordkapp, per sensibilizzare sul cambiamento climatico

di Redazione

Ivana Di Martino è un’ultrarunner, colei che corre quindi almeno 50km. Ma non corre mai solo per sé: le sue corse sono spesso veicolo di progetti a sfondo sociale e benefico a favore di donne, bambini e persone con patologie. Lo ha fatto per Terre des Hommes, Dynamo Camp, Difesa Donna. A luglio partirà per un progetto nuovo: “In Extremis”, correrà più di 2 maratone al giorno per 4 giorni (300KM, 3.400 metri di dislivello) negli splendidi scenari norvegesi fino a raggiungere l’estremità nord del nostro continente, Nordkapp, per sensibilizzare sul cambiamento climatico.

«Nel 1998 mi sono trasferita a Milano dove ho costruito insieme a mio marito una famiglia. A momenti felici si sono susseguiti anche periodi più bui che mi hanno costretto, per motivi di salute, a una pausa dalla corsa» racconta. «E proprio in questo periodo di stop ho iniziato a maturare l’idea di intraprendere delle imprese, che fossero per me degli obiettivi da raggiungere e che avessero un significato preciso. Sentivo infatti il bisogno di fare qualcosa per aiutare gli altri. Da qui, da una mia paura o una preoccupazione, infatti, sono nate e nascono le mie missioni».

La preparazione

Per intraprendere e portare a termine un’impresa è necessaria una preparazione atletica notevole, che impegna i 6 mesi precedenti alla partenza. «Durante questo lasso di tempo è fondamentale allenare sia il corpo, seguendo un programma specifico (dormendo poco di notte, tendo ad allenarmi la mattina presto), sia la mente che, in imprese su lunghe percorrenze, fa la vera differenza», spiega. «Dopo un tot di kilometri, a prescindere da quanto ci si è allenati o si è in forma, il corpo molla il colpo, ed è lì che subentra la testa, fondamentale alla prosecuzione. Il cuore invece è cruciale negli ultimi chilometri, i più difficili».

21 mezze maratone in giro per l’Italia

Nel 2013, ha lasciato il suo lavoro nelle risorse umane e si è dedicata in totale autonomia a realizzare la sua prima impresa. «Ho corso 21 mezze maratone in giro per l’Italia, per i principali capoluoghi di regione, per sostenere Doppia Difesa, una fondazione contro la discriminazione e la violenza sulle donne. Nel 2014, ho deciso di risalire la penisola, dalla Calabria a Milano, per il progetto FARO di Terre des Hommes, Running for Kids, sensibilizzando le persone sui temi dell’integrazione e del riconoscimento dei diritti fondamentali ai minori migranti. L’anno successivo ho attraversato l’Italia in orizzontale, 8 tappe, dal tramonto all’alba, percorrendo 88 km al giorno per sostenere i bambini di Dynamo Camp. Nel 2016 sono partita da Milano e in 12 giorni sono arrivata a Bruxelles, 909 km per portare un messaggio speciale in Commissione Europea per Banco Alimentare. Il 2017 è l’anno della corsa No Stop, #WhiteUltraRun, 330 km con 8000 m di dislivello intorno al Monte Bianco. L’impresa successiva Run Everesting, che unisce l’empowerment femminile, il benessere e l’impegno sociale, mi ha vista protagonista di una corsa in solitaria da Cortina al Passo dello Stelvio per sostenere la Fondazione Umberto Veronesi. I dislivelli cumulati equivalevano all’altezza dell’Everest».

Questa forza che sperimento io vorrei diventasse fattore comune con gli altri e indirizzasse le energie di tutti noi verso questioni sociali importanti e spesso urgenti.

«Ogni impresa mi serve a trovare una me stessa più forte e a raggiungere obiettivi che sembravano impossibili», commenta Ivana Di Martino. «La corsa è l’unica cosa che mi fa sentire libera, forte e invincibile e che in momenti complicati della mia vita mi ha permesso di ritrovare la forza. Questa forza che sperimento io vorrei diventasse fattore comune con gli altri e indirizzasse le energie di tutti noi verso questioni sociali importanti e spesso urgenti. Il cambiamento climatico è una di queste. Lo scenario attuale, ormai prossimo al punto di non ritorno, richiede azioni repentine per invertire la rotta verso un nuovo modo di vivere l’ambiente».

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