Non profit

Io, testimonial? Mi ha conquistata Susanna Agnelli

Il volto di Telethon, Federica Pellegrini

di Redazione

L’olimpionica di nuoto: «Sostenere la ricerca è importante. Bisogna crederci»Dopo averla vista salire sul podio più alto a Pechino (prima italiana ad aver guadagnato un oro nel nuoto alle Olimpiadi), rivedremo Federica Pellegrini testimonial per il 5 per mille a favore di Telethon.
Vita: Quando ha conosciuto Telethon e perché questa decisione?
Federica Pellegrini: Lo scorso dicembre sono stata coinvolta in un collegamento dagli Europei di nuoto durante la maratona. Mi sono avvicinata a Telethon con grande rispetto e quando Susanna Agnelli mi ha chiesto di essere il volto della campagna ne sono stata sinceramente lusingata.
Vita: Non ha ancora 21 anni eppure ha già vinto tante medaglie d’oro e conquistato più di un record del mondo. Dove trova la motivazione?
Pellegrini: I sacrifici sono tanti, non lo nascondo, ma le soddisfazioni li compensano alla grande. Sulle motivazioni per andare avanti è vero però che i conti li fai sempre con te stessa. Io capisco di avere un talento e quel talento alleno. Il resto lo fa il mio carattere.
Vita: La sua vittoria più bella?
Pellegrini: L’oro di Pechino. Perché l’Olimpiade è il massimo e perché in quell’Olimpiade tutti temevano che aver sbagliato la prima gara importante mi avrebbe condizionato irrimediabilmente.
Vita: Diventare famosi è motivo d’orgoglio e di soddisfazione. È anche una responsabilità?
Pellegrini: Sì, senza dubbio. Capisci di essere un punto di riferimento non solo per le tue coetanee. Spesso sono molto dura con me stessa, perché vorrei dare sempre il massimo. Poi capisci che non è possibile e ritorni a essere quella che sei, una ragazza semplice, con gusti comuni e valori che ti sorreggono anche nei momenti più critici. Credo nella famiglia.
Vita: Cosa raccomanda ai suoi fan perché contribuiscano alla lotta contro le malattie genetiche?
Pellegrini: Dico di crederci e di non stancarsi mai di dare un contributo. Anche piccolo, anche un semplice sms. A volte avverto lo scetticismo di chi pensa che non sempre la raccolta fondi vada a buon fine. Io però dico che è meglio garantire alla ricerca ogni mezzo per finanziare progetti che sono vita per molte persone.
Vita: Nello sport e nella ricerca c’è bisogno di tempo e pazienza. Come si impara a saper aspettare?
Pellegrini: Cresci anche con le sconfitte. Ho 21 anni, ne ho già avute un paio di cocenti. Non è un luogo comune che la sofferenza ti rafforzi. In più, ho grande rispetto della funzione del mental coach, da anni ormai un punto fermo del mio staff.

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