Io sono sieropositivo da 10 anni, e dal 1998 prendo una terapia di farmaci antiretrovirali, il famoso cocktail, che non guariscono ma che riescono a impedire o rallentare il progredire dell?infezione.
Il medico, un giorno mi ha detto che era giunto il momento di iniziare la terapia perché la carica virale era in aumento e le mie difese immunitarie stavano progressivamente abbassandosi anche se non avevo alcun apparente problema di salute. All?inizio è stato duro, anche perché non mi sono sentito del tutto informato e assistito su quello che mi stava capitando.
Nel 1998, dovevo prendere ogni giorno sei capsule di un farmaco inibitore della proteasi, due capsule di un inibitore della trascrittasi e due compresse da masticare di un altro inibitore della trascrittasi. Per qualche mese, ho avuto diarrea e molta nausea, talvolta vomito. Poi le cose sono migliorate: mi sono adattato alla nuova vita, gli effetti collaterali sono scomparsi, le mie difese immunitarie si sono stabilizzate su un buon livello e del virus, nel mio sangue, non c?è stata più traccia.
Dopo tre anni ho cambiato la terapia. Primo, perché il virus sembrava essersi risvegliato a scapito dei linfociti CD4. Secondo, perché erano disponibili nuovi farmaci. Oggi prendo due compresse al giorno di un farmaco che contiene due inibitori della trascrittasi, e due compresse di un inibitore della proteasi. Passare da 10 pastiglie a quattro ha significato un enorme miglioramento! Anche se ha fatto riaffiorare le mie paure: l?infezione sarebbe tornata sotto controllo oppure era iniziata una discesa inarrestabile?
Ora sto bene. L?effetto collaterale che mi disturba di più è la lipodistrofia, una ridistribuzione dei grassi: ho il volto scavato, ma in compenso una bella pancetta. Spesso, quando mi guardo allo specchio e vorrei rivedermi come ero qualche anno fa, mi consolo pensando di essere molto fortunato rispetto a chi vive in Paesi poveri, dove i farmaci non sono disponibili.
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