Cultura

Io laico, mi inchino al perdono di suor Leonella

Francamente/ Perdono, perdono: sono le ultime parole di suor Leonella, prima di morire sotto i colpi di due balordi fanatici, convinti di seguire la religione islamica

di Franco Bomprezzi

Perdono, perdono: sono le ultime parole di suor Leonella, prima di morire sotto i colpi di due balordi fanatici, convinti di seguire la religione islamica. E’ accaduto in Somalia, a Mogadiscio. Forse non avrei mai conosciuto la storia di suor Leonella, perché sapeva agire in silenzio. Io non sarei mai capace di realizzare un?impresa incredibile come la sua. Dare speranza senza chiedere nulla in cambio. Portare concretezza, rivolgersi ai bambini soli che più soli non si può. L?hanno ammazzata perché la generosità silenziosa in questo mondo assordante è intollerabile. Stiamo vivendo giorni di crescente follia. Non pensavo che nei primi anni del Duemila la religione, le religioni, potessero essere ancora lo strumento della divisione e dell?intolleranza. Sono vissuto in una scuola che raccontava con ingenuità il secolo dei Lumi, e ci prometteva un progresso lineare verso un mondo migliore. Quando al liceo ci spiegavano i corsi e ricorsi di Vico si sentiva un?aria di rimprovero verso questo filosofo così fuori dal tempo. Francamente sono sempre stato un ottimista, perché credo che l?intelligenza, la cultura, la civiltà, alla fine siano vincenti ovunque. Non riesco a odiare, e dunque faccio fatica a provare paura. Leggo profezie cupe di un Occidente invaso e soggiogato dal fanatismo islamico e panarabo. Penso invece che morirò ancora in un mondo ricco e tollerante, magari cinico, ma non molto diverso da quello di oggi. Vorrei tanto che la concretezza silenziosa di suor Leonella ci entrasse nel cuore come un vaccino. Ci vorrebbe una giornata di silenzio mondiale per ricordarla. Un silenzio mediatico, un silenzio delle chiacchiere inutili, un silenzio di riflessione. Dal silenzio può ripartire il dialogo, può rinascere la speranza.


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