Volontariato
Io, Dinamite e le mutande
Seconda puntata del diario di campo del volontario Anpas Andrea Cardoni
di Redazione
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Lo abbiamo soprannominato Dinamite. Dinamite sbuca all’improvviso, con il suo passo felpato da dietro i container blu. Dinamite è un signore che ha 96 anni. Maria gliene dava al massimo 78! Sarà l’aria buona che c’è qui, o forse perché da giovane era uno sportivo: ci racconta di quando giocava a pallone, di come si fa a marcare «un terzino che gioca duro».
Oggi, come ieri e come domani, è un altro giorno trascorso al campo: finita la fase di emergenza, noi volontari smistiamo gli aiuti che arrivano da tutta Italia. Siamo io, Maria e Daniele, che poi è anche il responsabile della gestione di questi quattro container blu. Se non fosse per la divisa arancione e la croce tricolore, potremmo sembrare dei commessi di un negozio. Nei container c’è un po’ di tutto: scarpe, giochi, pannolini, quaderni, dentifrici, addirittura i costumi da mare… E poi i vestiti: dalla pelliccia ai calzini, dalle mutande alle felpe. Io e Maria cerchiamo di dividerli: ce ne sono alcuni nuovissimi, altri marci da buttare. Alcuni li mettiamo nei cartoni, altri in valigie vecchie che qualcuno ha usato per raccogliere la roba. Dobbiamo fare una partita a scacchi per gestire tutto. Ogni dieci minuti arriva qualche persona della tendopoli che vuole prelevare qualcosa e sistematicamente fa cadere il nastro rosso e bianco che aveva utilizzato Daniele per transennare la nostra area di lavoro. Solo a Dinamite viene concesso ampio raggio d’azione: con i suoi aneddoti e le sue storie ci fa compagnia durante il lavoro. Daniele ogni volta è costretto a uscire dal container e a difendere, a zona, lo spazio. «Dopo le 17, signora. Dopo le 17», dice… Io me lo immagino così il terzino che marcava Dinamite: grosso e forte come Daniele. Ogni tanto vengono anche i volontari che sono qui dal primo giorno e anche loro chiedono asciugamani e biancheria intima: non si aspettavano di dover-voler rimanere così tanto.
Guardando la mole di materiale arrivato ci viene da pensare che non ce la faremo mai a gestirlo tutto. Ma le 17 si avvicinano e la gente del campo moltiplica le sue sortite nel nostro angolo di lavoro. Dinamite si avvicina a Maria e a voce bassissima le chiede un paio di mutande. «Ancora non abbiamo aperto i cartoni», risponde Maria prendendolo sotto braccio, «ma appena le troviamo gliele portiamo in tenda». È una scena tremenda: di una terrificante dolcezza. Dinamite guarda Maria e le dice di provare vergogna nel venire a chiedere un paio di mutande: io non so cosa fare, Daniele nemmeno. Fortuna che c’è Maria: guarda Dinamite negli occhi e gli dice: «Non si deve vergognare: poteva succedere a tutti. Noi siamo qui per questo. Appena le troviamo, gliele facciamo portare, va bene?».
Dinamite giocava a calcio ci tiene a raccontare a tutti come si fa a marcare “un terzino che gioca duro”. Questa volta un Terzino ha giocato troppo duro e gli ha buttato già la casa… e quella di Dinamite non è una partita di pallone…
Andrea Cardoni – volontario Anpas
Per leggere la prima puntata del diario clicca qui
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