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Io cooperante come Silvia, per ogni politico urlante ci sono 10 persone meravigliose

Faccio questo mestiere da quasi 10 anni, e vicende come quelle di Silvia Romano mi toccano nel profondo. Non solo perche' facciamo lo stesso mestiere, ma perché siamo donne, e io avevo la sua età quando sono partita per l'India. Per ogni politico urlante e persona che spara cattiverie su Silvia Romano, io per fortuna posso nominare a uno a uno l'esercito di gente meravigliosa e luminosa che riempie questo mondo di bellezza e solidarietà

di una cooperante e Agnese

Potevo esserci io, al suo posto, o centinaia di altri amici meravigliosi che sono partiti volontari, o come cooperanti, in zone piu' o meno pericolose. Quando qualche mese fa sono andata in Nigeria per monitorare dei progetti che implementiamo nelle zone dove Boko Haram è attivissimo, mia madre e mia sorella maggiore non hanno dormito per 3 settimane.

Avevo una schiera di amici e famigliari che mi seguivano con un'app connessa alla mia location del cellulare 24 ore su 24. Quando sono andata nei villaggi a 2km dalle basi di Boko Haram, non avevo piu' campo ma avevo un cellulare satellitare per ogni emergenza. Ero scortata dai colleghi nigeriani ovunque andassi, e dormivo in un compound militare con il filo spinato e soldati dappertutto. È vero, la sicurezza è una cosa seria. Ma le espliosioni, i corpi di mortaio, le grida, si sentivano lo stesso dalla mia camera nel compound, e non era bello, e non ci si sente sicuri.

Quando sono andata a lavorare in Iraq, mandavo messaggi tutti i giorni a mia madre, cosa che prima non facevo mai. Ogni mio spostamento era monitorato, controllato, le jeep che usavamo per spostarci da una base all'altra erano dotate di GPS, e tutto lo staff sapeva dove mi trovassi ogni momento della giornata. Eppure, nonostante tutte le accortezze e protocolli di sicurezza in atto, una volta mi sono trovata in mezzo al deserto in balia di due miliziani armati fino ai denti – a parte aver trascorso 2 terribili ore di ansia senza capire cosa succedesse, non sono stata attaccata o ferita. Ma la paura è rimasta per un sacco di tempo.

Faccio questo mestiere da quasi 10 anni, e vicende come quelle di Silvia Romano mi toccano nel profondo. Non solo perche' facciamo lo stesso mestiere, ma perché siamo donne, e io avevo la sua età quando sono partita per l'India. Io ho apprezzato tantissimo il pensiero quotidiano che Giuseppe Civati ha rivolto a Silvia, e il modo in cui l'abbiamo ricordata in tantissime occasioni. Diversi amici si sono commossi appena è arrivata la notizia della liberazione, e io stessa ho postato un milione di foto su Instagram per celebrare una notizia tanto bella in un momento tanto brutto – online, dato che per ora celebrazioni in piazza sono vietate.

E poi arriva: gigante, inarrestabile, terrificante: l'ondata di schifo che investe chi dell'aiutare gli altri ne ha fatto un mestiere e una vocazione. Chi e' andata AD AIUTARLI A CASA LORO come qualche politico predica nelle sue dirette da quando, ahimé, gli è stato dato spazio mediatico.

Per ogni minimo atomo di gioia che abbiamo provato in moltissimi per la sua liberazione, ce n'è stato un altro nero di rancore, cattiveria, schifo. Il costo del ricatto, i vestiti, la conversione, presunto matrimonio, presunta gravidanza. Titoli sensazionalistici, meme, catene su WhatsApp che sono arrivate pure a mia mamma che me le ha inoltrate, inorridita.

Io non me lo spiego, che gusto si prova a dover sempre essere cosi malvagi. E non me lo spiego perche' sono cresciuta in una famiglia con dei valori genuini di solidarieta' e rispetto per il prossimo. Per mia enorme, immensa fortuna, sono circondata da persone meravigliose che non si azzarderebbero mai neanche a pensarle, cose del genere, tantomeno a condividerle.

E per ogni politico urlante e persona che spara cattiverie su Silvia Romano, io per fortuna posso nominare a uno a uno l'esercito di gente meravigliosa e luminosa che riempie questo mondo di bellezza e solidarietà, e riconosce il valore del lavoro che fa gente come Silvia Romano.

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