Volontariato

Io confido in Avicenna

Yalla Italia con VITA 35/2007: Sono arrivata in Italia il 26 settembre 2001. All'inizio è stata dura. Poi.. di Meriem Dhouib

di Redazione

In quel fatidico giorno ero all?Hammam in Tunisia. Avevo appena saputo di poter andare in Italia a proseguire i miei studi di italianistica e mi stavo preparando alla partenza facendo le cose che mi sarebbero mancate di più. Ma appena aprii la porta di casa mi ritrovai davanti a mia madre che mi disse: «Hanno attaccato l?America!». In quel momento pensai: Chissà cosa mi succederà? Che ripercussioni avrà sulla mia avventura in Europa? Chissà se partirò? Ottenere un visto è già così complicato, figuriamoci dopo questo episodio. Tante domande, tanti interrogativi che ho dovuto affrontare dal momento in cui ho messo piede in Italia il 26 settembre del 2001. Con il passar del tempo si sono creati sintagmi frequenti come «terrorista islamico», «fondamentalista arabo», «integralista arabo», ripetuti e assorbiti dalla gente tramite i media, responsabili di aver connotato in modo negativo questo popolo e questa cultura, creando a volte confusioni etniche e religiose. è vero che l?islam ha unito un impero che parte dal Mascrek fino al Maghreb, ma questo non significa che un marocchino sia uguale a un iracheno. Il mondo musulmano è un macro-spazio geopolitico fatto di microrealtà. Alla domanda che cosa è cambiato dopo l?11 settembre del 2001, potrei dire tutto e niente, ma una cosa è certa: il mondo arabo-musulmano è ritornato di moda come ai tempi della scoperta dell?Orientalismo. La lingua araba è agli occhi di molti così affascinante come non lo è mai stata prima. Sento spesso allusioni a Le mille e una notte. In libreria si trovano molti romanzi scritti da autori arabi e saggi sull?islam mentre i supermercati sono invasi di prodotti orientali. Il fatto che la cultura arabo-musulmana abbia un crescente numero di estimatori e appassionati e che venga esportata attraverso canali culturali e non soltanto tramite preconcetti e stereotipi, significa che sta succedendo qualcosa di positivo, che la retorica arabo uguale a terrorista in molti ambienti è praticamente respinta. Lo scambio culturale deve essere una costante soprattutto nei periodi in cui gli stereotipi negativi tendono ad avere spazio nei mezzi di comunicazione. La storia insegna che subito dopo l?ultima crociata, gli intellettuali musulmani si cimentavano nelle letture di scrittori come Dante e Boccaccio. Personaggi come Avicenna ed altri, in anni dove lo scontro Oriente – Occidente era violento, hanno permesso a grandi idee e invenzioni di passare dal Medio Oriente all?Europa. Se ci sono riusciti in un?epoca dove le distanze geografiche erano un grande deterrente, perché non si può farlo ora dove le distanze sono relative?


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