Cultura

Io, cancelliere a rotelle

Nei sondaggi pre-elettorali il premier tedesco Kohl viene dato in rimonta. Merito anche del suo delfino che da otto anni vive sulla sedia a rotelle, vittima di un attentato.

di Carlotta Jesi

«Quattordici marce e dodici chilometri all?ora» dice orgoglioso Wolfgang Shäuble indicando la sua ?bicicletta? un pò particolare. Quasi a voler sdrammatizzare con un soprannome scherzoso e qualche battuta il disagio di chi lo vede inchiodato a una sedia a rotelle. E prova a immaginarselo, lui seduto e tutti gli altri in piedi, a una riunione tra i grandi della terra.
È proprio lui, viene da chiedersi, il futuro cancelliere della Germania, colui che Helmut Kohl ha designato come suo delfino all?ultimo congresso della Cdu (Unione dei cristiani democratici)? Ja!!. Sì, dicono i sondaggi politici che per le elezioni della settimana prossima lo danno, a differenza del capo Kohl, in vantaggio sul suo diretto avversario, il socialdemocratico Gerhard Schroder. Sì, dicono molti dei tedeschi che a lui devono l?unificazione. Sì, dice chi il 12 ottobre 1990, notte in cui uno squilibrato gli sparò mentre usciva da un ristorante, ha temuto di perderlo per sempre. Ma Wolfgang è sopravvissuto e sull?incidente, come definisce l?attentato subito, ironizza con queste parole :«se il proiettile fosse stato sparato un pò meglio, con un pò più di precisione, avrei perso anche le braccia». Quella notte ad accorrere per primo in ospedale fu il suo amico Helmut Kohl. Che durante la degenza non lo ha mai abbandonato promettendogli che avrebbe fatto costruire una speciale rampa automatica perché potesse salire da solo la lunga scalinata del Bundestag e continuare il suo lavoro di capogruppo del partito.

Musica, letteratura e tanta grinta
E così è stato, dopo qualche settimana dall?incidente Wolfang era di nuovo a Bonn trasferendo la sua passione per lo sci e il tennis sulla musica e la letteratura. Il suo ardore sportivo è infatti oggi dedicato al violino con cui si rilassa e allena mani e cervello. Con grande grinta e senza vergogna ha ripreso in mano la sua vita e continuato una lunga carriera iniziata sui banchi dell?Università di Friburgo. Dove, per la prima volta, nacque la sua passione per il diritto. Da giovane avvocato si dedica alla politica come deputato del Cdu a Bade-Wurtemberg, sua città natale, fino a quando, nel 1981, il Cancelliere gli propone di diventare segretario del gruppo parlamentare. Tre anni dopo diventa ministro della cancelleria e braccio destro di Helmut Kohl.
Da allora si dice che i due siano inseparabili, il delfino e l?elefante. Secondo la stampa tedesca Wolfgang Shäuble è l?unico capace di tener testa al gran cancelliere. Per gli avversari politici invece, è la vera eminenza grigia. Come dimostrano gli ultimi interventi nella lotta alla criminalità, nella limitazione del diritto d?asilo e nell?invio di truppe tedesche a supporto di quelle delle Nazioni Unite.
Sta di fatto che Kohl non muove un passo senza il suo ?Cancelliere parallelo? e che in Germania sono in molti ad amare il ?manager a sangue freddo? come lo definisce il settimanale ?Zeit?.

L?Unificazione e l?Europa
Ed effettivamente quest?uomo che divenne ministro degli Interni qualche mese prima del crollo del muro di Berlino è considerato l?architetto dell?unificazione. «In qualche modo ho unito questo Paese» disse in quell?occasione facendo arrabbiare il Cancelliere che voleva una parte del merito.
Ma il vero motivo per cui molti lo amano e lo voterebbero come cancelliere è questo: Wolfgang Schäube è forse l?unico uomo politico del dopoguerra ad aver detto alla Germania che deve essere fiera della propria storia e identità. Oggi la sua battaglia ha assunto dimensioni più ampie e si chiama europeismo. Perché, come ripete spesso ai giovani, «L?Europa e la Germania non sono due identità che si oppongono». Anche se, a dir la verità, Wolfgang non è tenero con i suoi compatrioti. Li stimola, vuole che si costruiscano un futuro migliore e, quando c?è bisogno, li critica spietatamente. Dalle pagine di un libro del 1994 li apostrofa così:«qui in Germania siamo particolarmente bravi a lamentarci e a perderci in discussioni interminabili sul ?perché le cose non vadano bene?. Ma poi, a forza di riflettere su i pro e i contro, non arriviamo a nulla».
Quando parla, assicurano gli uscieri del Bundestag, nell?aula scende il silenzio: gli avversari siedono attenti sui banchi per preparare una risposta e i suoi colleghi ascoltano con attenzione. Ricorda, dicono in molti, Franklin Delano Roosvelt anche se, diversamente dall?illustre predecessore, non sente il bisogno di nascondere le sue gambe inermi sotto a una coperta a quadrettoni. E a chi gli chiede in quale angolo del mondo preferirebbe vivere risponde :«A Bade-Wurtemberg, il paese in cui sono nato e dove vivo con i miei quattro figli».

Il futuro del delfino
Diventerà veramente cancelliere oppure, come suggerisce il capogruppo dei Verdi, Joshka Fischer, si trasformerà nella versione tedesca del principe Carlo aspettando il trono in eterno? Difficile a dirsi. Anche se una certezza esiste: proprio come la regina Elisabetta, Helmut Kohl non ha alcuna intenzione di andare in pensione prima del 2002.
E così Wolfgang Schäuble aspetta. A cinquantacinque anni continua ad amare il lavoro, la politica, il diritto e a correre sulla sua bicicletta un pò speciale.Quattordici marce per dodici chilometri all?ora. «Ma con molta prudenza», spiega sempre scherzosamente, «perché se cadessi, oltre alla figuraccia, chissà che razza di tormentone s’inventerebbero i giornalisti per il resto della vita».

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.