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Io, banchiere, a scuola in Equador

Microfinanza. Lettera da Quito. Il presidente delle banche di Credito Cooperative italiane ci scrive dall’Ecuador dopo aver firmato un accordo con le casse rurali locali.

di Alessandro Azzi

Caro direttore, ho trovato Quito come sospesa in un lungo trattenere il fiato, stretta dalla preoccupazione sul futuro politico dell?Ecuador. Dopo il primo turno di elezioni legislative tenutosi il 20 ottobre scorso, questo Paese andino, ricco di materie prime ma abitato da gente poverissima, guarda ora al 24 novembre, giorno del ballottaggio tra un militare ex golpista, definito populista di sinistra, Lucio Gutiérrez, e un multimilionario imprenditore di banane, Alvaro Noboa. Il presidente della Conferenza episcopale ecuadoriana, monsignor Vicente Cisneros, non nasconde una qualche apprensione: «I candidati scelti democraticamente non hanno una organizzazione alle spalle. Chiederemo di presentare dei programmi completi, convincenti, capaci di portare a un miglioramento vero delle condizioni economiche e sociali dell?Ecuador».

Cooperazione come speranza
E di un?iniezione di speranza questo Paese ha urgente bisogno. L?80% della popolazione vive con meno di due dollari al giorno. Di questi, il 35% con meno di uno. «I prezzi delle merci», dice Bepi Tonello, veneto, da 30 anni in Ecuador dove dirige la principale ong, il Fondo ecuadoriano Populorum Progressio, «sono al livello di quelli nord-americani, mentre i salari sono i più bassi tra quelli sudamericani, 100-150 dollari al mese. La prima e più grave delle conseguenze è che nelle campagne il 60% dei bambini è denutrito». Il prezzo del cacao è cresciuto di tre volte negli ultimi due anni, quello del caffè è precipitato ai minimi storici, il più basso da cento anni a questa parte. Ma le nostre tazzine in Europa non sembrano averne beneficiato, anzi.
Dopo la disastrosa crisi finanziaria del 1999 e la dollarizzazione, le possibilità di accedere al credito di coloro che vivono sulla cordigliera o nelle campagne si è ulteriormente ridotta, ed è pressoché inesistente. Ma le comunità locali, i villaggi, le associazioni spontanee e quelle promosse dal Fepp stanno trovando nuove vie. Nascono o si consolidano Casse rurali e Cooperative di credito e risparmio, molte guidate da donne. La microfinanza è una risposta concreta e feconda. E una delegazione delle Banche di credito cooperativo italiane, insieme a rappresentanti della banca d?Italia, della Cei e del ministero degli Esteri, è qui in Ecuador proprio per conoscere più da vicino la vivace e seria esperienza della microfinanza. Ma anche per consolidare l?alleanza avviata un anno fa con Codesarollo, la cooperativa bancaria di secondo livello che assiste centinaia di Casse rurali dell?Ecuador.
Codesarollo è già una realtà importante di questo Paese a ?metà del mondo? ed è la prova che la cooperazione è un metodo vincente per promuovere lo sviluppo.

Banche della gente
Per questo siamo vicini a questa impresa, la sentiamo un po? anche nostra, ci crediamo profondamente e vi stiamo investendo risorse, energie, entusiasmo. Un primo trasferimento di un milione e mezzo di dollari a titolo di finanziamento a tasso agevolato del 4% è stato effettuato la scorsa primavera. E proprio in questi giorni Codesarollo ha restituito la prima tranche, in anticipo rispetto alla scadenza concordata. E 300mila dollari sono stati raccolti dalla campagna ?azionisti di donazione? avviata in tutta Italia a favore della capitalizzazione di Codesarollo. Dunque non parole ma fatti. E non solo per simpatia, ma per empatia, per condivisione profonda, perché le Bcc italiane si basano sulla stessa logica: essere una banca della gente e del territorio, che investe nel territorio per farlo crescere, non solo economicamente, come un lievito.
L?esperienza italiana ha dimostrato che questo modello funziona. E funziona anche in Europa. Dunque può funzionare altrove. Perché la cooperazione è essenzialmente un metodo, un metodo replicabile, esportabile, proprio in quanto fondato sul protagonismo dei soggetti, sulla loro autodeterminazione, sulla loro libera interpretazione.

In Ecuador per imparare
Codesarollo funziona(sono appenadiventate socie 24 Casse rurali, ha inaugurato 7 agenzie, vanta sofferenze inferiori al 2% rispetto a una media del sistema bancario tradizionale sempre a due cifre) perché non copia formule create in determinati contesti, e valide soltanto per quelli; perché non deve applicare ricette definite ?a priori? da titolatissimi tecnici. Funziona perché nasce dal basso, nasce come esperienza ?indigena?, modulata sulla realtà concreta.
Siamo venuti qui a testimoniare la validità di questo approccio, la nostra vicinanza profonda a questa esperienza, il nostro impegno a sostenerne lo sviluppo. Ma siamo venuti qui anche per apprendere: osservando lo spirito e la qualità delle Casse rurali, la capacità di includere nei circuiti finanziari i piccoli produttori e le organizzazioni di base, la capacità di svolgere una preziosa azione civile e di costruire la comunità.
Cooperazione significa mettere insieme risorse, energie, capacità progettuali. In questo non ci possono essere primati. C?è sempre, invece, reciprocità.

Alessandro Azzi,
presidente Federazione italiana Banche di credito cooperativo

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