Economia
Investment compact: «Le Bcc non si toccano»
L’annuncio è arrivato direttamente da Matteo Renzi via Twitter. Il provvedimento appena licenziato dal consiglio dei ministri dà però 18 mesi alle Banche Popolari con patrimonio superiore agli 8 miliardi, 10 in Italia, per convertirsi in spa
di Redazione
«Nessuno tocca le BCC», così il premier Matteo Renzi ha risposto, ad una deputata di Forza Italia che su Twitter gli chiedeva di non approvare un decreto legge contro le Banche di Credito Cooperativo.
La prima notizia che arriva dal consiglio dei ministri di oggi che ha approvato l’“Investment compact” è lo stralcio della riforma del Credito Cooperativo. Come ha spiegato lo stesso Matteo Renzi appena uscito dalla riunione «non c’è un intervento sulle banche di credito cooperativo, non si tratta di danneggiare la storia dei piccoli istituti, ma di fare in modo che le banche italiane siano all'altezza delle sfide. Abbiamo troppi banchieri e facciamo troppo poco credito»
L’altra notizia, largamente attesa, è invece la trasformazione delle principali banche popolari italiane in società per azioni. Un riassetto che, come ha illustrato il Presidente del Consiglio riguarderà solo «le banche popolari con un patrimonio superiore agli 8 miliardi, che sono 10 in Italia. In 18 mesi dovranno superare il voto capitario e diventare spa. E' un momento storico». Secondo l’esecutivo la scelta di porre il limite a 8 miliardi di attivi è la giusta soglia per «dare una scossa» al sistema del credito, «preservando però un sistema di governance che ha dato tanto» all'Italia.
«Sono 10 le popolari in Italia che in 18 mesi dovranno superare il voto capitario e diventare spa. Le altre popolari, se lo vorranno, potranno rimanere così come sono», ha aggiunto Renzi.
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