Economia

INVESTIMENTI. Allarme speculazione sui terreni agricoli

La campagna svolge un ruolo anticiclico nella crisi finanziaria e la terra diventa un bene-rifugio. Dai giovani della Coldiretti la richiesta di politiche in favore degli impreditori agricoli under 35

di Chiara Cantoni

Dal summit dei giovani della Coldiretti, convocato a Parma per discutere delle iniziative messe in campo contro la crisi, arriva l’allarme speculazione sui campi, scelti come bene rifugio alternativo agli investimenti più tradizionali. Il risultato? Quotazioni alle stelle che ostacolano l’acquisto dei giovani imprenditori agricoli.

Da un’indagine Coldiretti/Swg, realizzata per verificare l’impatto della crisi finanziaria sull’economia reale delle imprese, emerge che i terreni battono l’oro (oltre che i buoni postali, i conti correnti e le opere d’arte) nella classifica degli investimenti giudicati più sicuri dagli italiani, posizionandosi appena sotto i titoli di stato. «Il terreno è un costo per le imprese agricole in crescita e l’aumento delle quotazioni rischia di trasformarsi in un ulteriore onere che si somma alla stretta creditizia», afferma il delegato dei Giovani della Coldiretti Donato Fanelli, chiedendo misure antispeculative per evitare l’ennesimo ostacolo all’ingresso di quei giovani imprenditori che decidono di investire nella campagna in opposizione alle rendite fondiarie, «che non creano né sviluppo né occupazione».
Dal Comitato nazionale Giovani Impresa della Coldiretti è emerso che la campagna svolge un ruolo anticiclico rispetto alle difficoltà dell’economia di carta. «In Italia», fanno sapere, «il valore aggiunto in ettari, ovvero la ricchezza netta prodotta per unità di superficie dalla nostra agricoltura, è oltre il triplo di quello Usa, doppio di quella inglese, e superiore del 70% di quelli di Francia e Spagna. Secondo i dati Ismea il valore medio dei terreni acquistati con il sostegno dell’Istituto è stato pari a 20mila euro a ettaro nel 2008 ma con forti variazioni che vanno da un minino di quasi 2mila euro per ettaro a un massimo di 207mila euro, per un meleto del Trentino, anche se sul libero mercato un ettaro di vigneto nelle zone di produzione più celebri, dalla Toscana al Trentino Alto Adige, può andare da 500mila e oltre un milione di euro ad ettaro».  

Secondo l’indagine Coldiretti, inoltre, le aziende agricole degli under 35 possiedono una superficie superiore di oltre il 54 % alla media (9,4 ettari rispetto alla media nazionale di 6,1), un fatturato più elevato del 75 % della media (18.720 euro rispetto alla media nazionale di 10.680) e il 50 % di occupati per azienda in più. Inoltre, le giovani leve della campagna hanno una maggiore propensione al biologico (3,7 % delle aziende rispetto alla media nazionale di 2,1 %), ma incontrano qualche difficoltà nell’acquisto del capitale terra che solo nel 54 % dei casi è in proprietà rispetto al 74 % della media nazionale.

Da qui la necessità di adottare una serie di politiche capaci di “tenere il passo” col dinamismo dei giovani imprenditori, a cominciare dall’attuazione delle misure del cosiddetto “pacchetto giovani”. Servono strumenti di mercato innovativi, capaci di mettere insieme pubblico e privato e di migliorare l’accesso al credito alle giovani imprese, ma anche strumenti che mitighino i rischi permettendo la libertà di scelta dell’imprenditore, come le assicurazioni e la “rete di sicurezza”.

 


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA