Non profit

Invece del tetto si alzano i lacciuoli

5 per mille, gli imbrogli non finiscono mai. La sovranità fiscale dei cittadini e l'indipendenza del non profit fanno così paura? In edicola con VITA Magazine

di Riccardo Bonacina

Non solo sul 5 per mille gli imbrogli non finiscono mai, ma per di più, in questa landa di incertezze, si fanno strada idee che hanno del paradossale. Cioè idee di cui non si capisce il costrutto e le necessità a cui rispondono. C’è chi (si vedano le interviste del presidente dell’Agenzia per le onlus, Zamagni a Vita) parla di contabilità separata, di fondi di perequazione, e chi (si veda in questa pagina l’intervista al senatore Bobba) ipotizza un tetto (un vero incubo!) massimo sulle spese di pubblicità e un tetto minimo di adesioni. Nessuno però che, in questo tourbillon di regolismo e dirigismo (sussidiarietà, remember?), metta in discussione il ruolo dei Caf, i Centri di assistenza fiscale controllati da sindacati e associazioni di categoria, da cui passano più di 8 milioni di modelli 730 l’anno. Sarà un caso? Con molta serenità, invece di spendere soldi ed energie per inventarsi nuovi lacci e lacciuoli che si aggiungono ad altre centinaia di lacci e lacciuoli tra loro già in contraddizione, si abbia il coraggio di dire che questa norma non s’ha da fare. E che la sovranità fiscale dei cittadini, anche solo per un piccolo 5 per mille delle gabelle, e l’indipendenza del non profit fanno paura.

  • Inoltre su VITA: Altro che tagli Per finanziare i settori che interessano i soldi si trovano, e pure tanti. Prendete le spese militari… Addio 5 per mille, la risposta di Prodi ai contribuenti Finanziaria. Al Senato passa il “tettuccio” di 100 milioni. Inascoltati tutti gli appelli. E adesso?
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