Politica

Invalidità o lavoro: incontro con la ministra Stefani sulla nota dell’Inps

Fish e Fand incontreranno oggi pomeriggio la ministra Erika Stefani. A tema non il "se", ma il "come" sanare immediatamente l'ingiustizia normativa posta in essere dalla nuova nota dell'Inps che impone alle persone con invalidità parziale la assoluta "inattività lavorativa”. «Se le nostre richieste resteranno inascoltate, ci porteranno a valutare forme di dura protesta», dice Falabella

di Redazione

Fish e Fand incontreranno nelle prossime ore la ministra per le Disabilità Erika Stefani, per discutere su come superare il più rapidamente possibile le ultime ingiuste novità sull’assegno di invalidità. Non ci sono margini di incertezza: l’interpretazione restrittiva dell’Inps che cinque giorni fa ha comunicato che erogherà l’assegno di invalidità solo a chi non lavora, costringendo di fatto a scegliere tra lavoro e assegno, va superata immediatamente. Non si discute del se, ma soltanto del come fare e come farlo il più velocemente possibile. D’altronde, dice Vincenzo Falabella, presidente della Fish, si tratta di una «ingiustizia normativa».

La novità, che ovviamente ha già gettato nello sconforto le persone con disabilità e le loro famiglie, è arrivata il 14 ottobre 2021: con il messaggio n. 3495 l’Inps, rifacendosi a pronunciamenti della Corte di Cassazione, ha modificato le sue precedenti indicazioni sul requisito di "inattività lavorativa” necessario per avere diritto all’assegno per invalidi civili parziali. Si tratta – lo ricordiamo – di 287,09 euro al mese riconosciuti a chi ha una invalidità tra il 74 e il 99%. Fin’ora le persone potevano svolgere piccoli lavori, entro il limite reddituale di 4.931 euro annui, senza perdere l’assegno: ma d’ora in avanti l’Inps pretenderà che non ci sia nessuna attività lavorativa, neanche minima, che produca reddito. «Un’interpretazione del tutto restrittiva delle norme, che sta creando grande preoccupazione a migliaia di persone con disabilità e alle loro famiglie», commenta Falabella. Per questo Fish e Fand, le due organizzazioni maggiormente rappresentative delle persone con disabilità, hanno chiesto e ottenuto un incontro con la ministra Erika Stefani, che si terrà già oggi pomeriggio.

«Con la ministra Stefani discuteremo su come tracciare la strada più immediata per superare questa ingiustizia normativa, chiedendole di rappresentare la questione sia in Consiglio dei Ministri, sia in Parlamento. Servirà infatti un intervento immediato sulla stessa legge 118 che cinquant’anni fa fissò i gradi di invalidità e le relative provvidenze, una norma che è alla base dell’attuale interpretazione fornita dall’Inps».

A luglio l’indennità di accompagnamento era già stata nel mirino a seguito di un passaggio della relazione di Tridico che aveva sollevato molte preoccupazioni. Il ministro Orlando, proprio in un incontro pubblico con la Fish aveva rassicurato sul fatto che non ci fosse alcuna intenzione di rivedere l’indennità di accompagnamento agganciandola al reddito e anche il presidente dell’INPS, Pasquale Tridico, durante un incontro con la Federazione «si era impegnato in prima persona a voler migliorare i servizi per la richiesta dei benefìci da parte della persona con disabilità, oltre che a voler potenziare il processo di gestione delle prestazioni erogate», ricorda Falabella. «Parole, quindi, che oggi vengono a dir poco smentite dal messaggio prodotto nei giorni scorsi».

«Ora più che mai – conclude il Presidente della FISH – chiediamo fatti concreti, guardando anche oltre la questione di oggi, ritenendo sempre più urgente la riorganizzazione generale del processo di accertamento dell’invalidità, che dovrà trasformarsi nella valutazione della condizione di disabilità come previsto dalla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità. Tutte istanze che rappresenteremo oggi alla ministra Stefani, ma anche in successive interlocuzioni con il Governo: se resteranno inascoltate, ci porteranno a valutare altre forme di dura protesta».

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.