Non profit

invalidità all’85%, manovra in retromarcia

Vittoria delle associazioni, che però restano in guardia: «Protesta confermata finché non vediamo il testo finale»

di Sara De Carli

La chiamata alle armi ha funzionato. La mobilitazione unitaria di Fish e Fand (le due maggiori federazioni di associazioni di disabili d’Italia) per reagire alla Manovra che innalzava dal 74 all’85% la quota di invalidità necessaria per aver diritto all’assegno ha portato – per ora a parole – a una inversione di rotta. Insomma, «Tremorti» (così tra i disabili è stato soprannominato in questi giorni il ministro) ha messo la retro: nel passaggio in Parlamento, da concludersi entro il 30 luglio, l’innalzamento sparirà. Dopo vari spiragli aperti da alcuni esponenti della maggioranza, a cominciare da Carmelo Porcu del PdL e da Laura Molteni della Lega Nord, è stato Maurizio Gasparri, capogruppo PdL al Senato, a metterci la faccia, garantendo «con certezza» che il punto «sarà senz’altro modificato» e che «c’è già una sensibilità del governo», che non aveva alcun particolare «accanimento» nei confronti delle persone con disabilità.
La conferma arriva dalla sua portavoce, Antonella Iovine, che annuncia come «da subito» governo e maggioranza «avvieranno i lavori per capire come ritoccare la manovra», ma certo il capogruppo PdL «ci metterà il suo impegno personale oltre che politico». Non esclude, la Iovine, «un emendamento a firma Gasparri per abrogare il comma», che suonerebbe come un ordine di scuderia, e nemmeno un incontro diretto con le associazioni di disabili, «soprattutto grazie alla mediazione di alcuni amici politici, a loro volta disabili, come il senatore Carmelo Porcu e l’onorevole Gianfranco Paglia».
Certo, resta il paletto della parità del saldo, per cui i 30 milioni di euro che si prevedeva di risparmiare con l’innalzamento dell’invalidità saranno da ricavare «da un ulteriore inasprimento della lotta ai falsi invalidi. Un tema su cui Gasparri è molto attento, a cominciare dal sostegno dato proprio in questi giorni a Fabio Chiosi, presidente della Municipalità 1 di Napoli, pesantemente minacciato per la sua azione di smascheramento dei falsi invalidi».
Se queste sono le promesse, le associazioni ci credono solo a metà. «Abbiamo avviato contatti con diversi politici, per scrivere emendamenti che abroghino il comma 1 dell’articolo 10 del decreto legge, ma Gasparri no, non ci ha ancora contattato», dice Pietro Barbieri, presidente della Fish. «Finché non vedremo un testo scritto e, anzi, finché non lo vedremo approvato, noi andiamo avanti con la protesta e con la mobilitazione del primo luglio. Ricordiamoci che prima d’ora nessuno si era mai spinto così in là con la stigmatizzazione della disabilità».


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