Welfare

Invalidi, il posto ora c’è

Centotrenta posti per disabili e detenuti. Li offre la società della Telecom, con la collaborazione di due ministeri. Miracolo? No, solo una legge “fantasma” che dopo trent’anni viene applicata

di Francesco Di Nepi

L a Tim assume centotrenta persone. Niente di strano, visto il boom della telefonia cellulare. Se non fosse che si tratta di lavoratori particolari: invalidi o reclusi in carcere. Che fino a ora di lavoro ne avevano avuto ben poco. Dopo anni di leggi inapplicate e promesse dal naso lungo sulla corretta applicazione della legge sull? assunzione obbligatoria di categorie svantaggiate, finalmente qualcosa si muove. È stato infatti siglato a Roma, alla presenza del ministro del Lavoro Tiziano Treu e del ministro di Grazia e Giustizia Giovanni Maria Flick, un accordo tra i due ministeri suddetti, i sindacati e la Tim. Si tratta di una soluzione innovativa, che ha come obiettivo principale quello di rispondere alle numerose necessità delle categorie protette, previste dalla legge sull?assunzione obbligatoria delle categorie svantaggiate, la 482/68, quasi mai applicata finora da grandi e piccole aziende (perché non prevedeva sanzioni), ma attualmente in fase di revisione. Per queste categorie l?intesa prevede l?assunzione, tramite contratto di formazione, di ottanta persone disabili entro due anni. Elementi che lavoreranno soprattutto nel campo dell?informatica, della riproduzione del materiale informativo e di masterizzazione di Cd-rom. «Attraverso un?iniziativa portata avanti con l?Isfol (Istituto sviluppo formazione professionale lavoratori), stiamo inoltre studiando le esperienze più significative sul precedente inserimento lavorativo dei disabili», spiega Treu. «Mi auguro che, anche attraverso questo studio, si arrivi a una attivazione rapida del progetto e, nel tempo, a un allargamento quantitativo di queste persone». L?altro punto dell?accordo riguarda, come detto, il reinserimento nel mondo del lavoro di detenuti che saranno coinvolti nella costituzione di cooperative e lavoreranno all?interno del carcere. Inizialmente è previsto l? inserimento di cinquanta persone di cui venticinque a Roma (probabilmente a Rebibbia) e venticinque a Milano (Opera o San Vittore). «Il ministero si è impegnato concretamente nella individuazione di soggetti interessati e adatti al lavoro», spiega Flick. «Saremo noi a fornire direttamente i locali adeguati e costituiremo un laboratorio di monitoraggio che sia in grado di programmare altre occasioni simili a queste». Dall? inizio della sua finora breve vita, Telecom Italia Mobile si è distinta per un?attenzione particolare ai temi sociali più scottanti, attraverso iniziative come il progetto ?Valore donna?, volto al reinserimento nel mondo del lavoro di più di cento donne oltre i quaranta anni che, per motivi familiari, avevano dovuto in precedenza abbandonare. Senza dimenticare i 1.300 giovani occupati all? interno delle strutture Tim presenti nelle regioni meridionali. La selezione che permetterà di scegliere i detenuti che potranno beneficiare di questa iniziativa si svolgerà entro il 20 marzo, mentre il progetto sarà operativo dal mese di maggio. Nel caso dei disabili non serviranno domande o richieste all?azienda di telecomunicazioni: saranno direttamente i servizi territoriali di inserimento lavorativo (gli Uffici provinciali del lavoro) per persone svantaggiate a segnalare a Tim le persone adatte, interessate e qualificate. E i sindacati, cosa dicono? «L?accordo per i detenuti rappresenta, sia pure per una quantità ancora limitata di soggetti, un esempio di come la flessibilizzazione del lavoro possa rappresentare una valida occasione di recupero per le categorie sociali più svantaggiate», spiega Luigi Ferrando, segretario generale Uil Telecomunicazioni. «Il problema che bisognerà risolvere, continua Ferrando, sarà quello di superare l?occasionalità di simili iniziative».


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