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Intorno alla tovaglia si fa vera comunione

di Redazione

«Un luogo è tale solo se genera legami». La frase – di Aldo Grasso – campeggiava accanto alle belle foto di William Willinghton nello stand dell’Università Cattolica al Meeting di Rimini. Poco prima, nel ristorante allestito nello stand del Trentino, Giacomo, studente di Agraria, figlio di un papà che era sommelier, serviva in maniera inappuntabile il Trentodoc, che è un brut assai caratteristico, frutto di uve Chardonnay e Pinot nero. E io lo avrei abbracciato, perché era chiaro che la passione che metteva in quei gesti precisi con cui versava le bollicine ai giornalisti nasceva da qualcosa che aveva legato la memoria di suo padre – che ora non c’è più – a un presente. E questa cosa erano gli amici. L’università Cattolica, a Rimini, mi ha invitato a dialogare con i giovani studenti su quella frase di Grasso e, mentre raccontavo del dipanarsi della mia carriera di cronista del gusto, mi sorprendevo sulle medesime onde di Giacomo Perletti. Gli amici hanno tanti occhi, cuori, pensieri, che valgono assai più di uno solo. E sono capaci di portarti addirittura dentro l’alveo di una professione, perché la strada di ciascuno è la somma di tanti fatti unici e irripetibili e quindi personali. Ma se non ci fossero quegli occhi altri, tutto sarebbe meno, molto meno e molto più a rilento nella sua realizzazione. Cosa sono allora gli amici, i luoghi, se non uno sguardo che ti rigenera, in qualunque condizione umana uno si trovi? Anche la condizione più disperata (a maggior ragione) ha bisogno di quegli occhi altri, come molti lettori di questo giornale sanno. Ma anche il gusto, il cibo e il vino riscoperti nel loro significato, riprendono colore se vissuti insieme. Camillo Langone, sempre a Rimini, ha ripreso un concetto illuminante, in questo senso, che già aveva espresso il professor Meluzzi: la tovaglietta a tavola divide, ci lascia soli; la tovaglia unisce, perché è simbolo di comunione. E la comunione – per stare in tema con tutto quanto detto – è necessaria per arrivare a una liberazione.

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