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Intesaconsumatori: no ad accise sulla benzina

Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori criticano la decisione del ministro dell'Ambiente di varare un decreto che aumenterà le accise per gasolio e benzina

di Redazione

”No all?aumento delle accise sulla benzina per combattere l?inquinamento”. Ad affermarlo in una nota è Intesaconsumatori che critica la decisione del ministro dell’Ambiente, Altero Matteoli, di varare un decreto che aumenterà le accise per gasolio e benzina (rispettivamente 0,1 e 0,05) per ottenere 350 mln di euro finalizzati alla sostituzione degli autobus inquinanti. Secondo l?Intesaconsumatori ”se si vuole davvero combattere l’inquinamento” sarebbe necessario ”chiedere un doveroso contributo alle compagnie di assicurazioni che continuano a lucrare sulla pelle degli automobilisti, incassando ratei di premi anche quando non circolano”. Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori, si legge nella nota, ”impugneranno nelle sedi opportune il provvedimento del ministro dell’Ambiente, e suggeriscono a Matteoli di chiedere i finanziamenti necessari a combattere l’inquinamento ai petrolieri (che continuano a speculare sui prezzi dei carburanti manovrando i listini a loro piacimento) e soprattutto alle compagnie di assicurazioni, che oltre a lucrare sulla patente a punti, fanno affari d’oro con le ordinanze di blocco del traffico delle grandi città, continuando ad incassare ratei di premi assicurativi, anche quando non ne avrebbero diritto. Questo anche per una inversione di tendenza rispetto a monopoli, oligopoli e cartelli, che vengono sempre risparmiati, mentre al contrario, i cittadini consumatori vengono sempre tartassati”. Intesaconsumatori rammenta in una nota che ”dal 1935 al 2004, ben 10 tasse, spesso introdotte come ‘una tantum’, sono diventate ‘una sempre’. ”Le accise sulla benzina hanno ciclicamente finanziato guerre, alluvioni, terremoti, disastri, frane, smottamenti, missioni militari e perfino i rinnovi dei contratti di lavoro”. Inizio’ Mussolini ad introdurre 1,90 lire al litro sulla benzina, per finanziare la guerra di conquista dell’Abissinia nel 1935; i Governi di tutti i colori politici che si sono succeduti proseguirono l’opera di finanziamento facile, con la crisi della chiusura del canale di Suez nel 1956; il disastro del Vaiont nel 1963; l’alluvione di Firenze nel 1966; il terremoto del Belice (dove dopo 38 anni ci sono ancora baracche) nel 1968; il terremoto del Friuli del 1976; quello dell’Irpinia del 1980; le missioni militari in Libano (1983) ed in Bosnia (1996); il rinnovo del contratto degli auotoferrotranvieri del 2004, per un carico complessivo di 485,90 lire, ossia un quarto di euro di una tantum.


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