Economia
Intesa Sanpaolo aumenta gli investimenti ad alto impatto sociale
Dalla “Dichiarazione consolidata non finanziaria 2021” emerge che ammontano a 20,6 miliardi di euro i finanziamenti ad alto impatto sociale, pari al 27% del totale, di cui 14 a sostegno del sistema produttivo durante l’emergenza sanitaria, mentre sono 8,7 miliardi i finanziamenti concessi a green e circular economy. Per il credito a imprese sociali e Terzo Settore destinati oltre 460 milioni di euro
di Redazione
Venti miliardi e 600 milioni di euro di finanziamenti ad alto impatto sociale, pari al 27% del totale, 14 dei quali a sostegno del sistema produttivo durante l’emergenza sanitaria (utilizzati ben 43 miliardi di euro dall’inizio della pandemia); 8,7 miliardi di euro per finanziamenti a green e circular economy (più che triplicati rispetto al 2020: +213%); oltre 460 milioni di euro (circa 1,2 miliardi dal 2018) impiegati per il credito a imprese sociali e Terzo Settore. Sono soltanto alcuni dei principali risultati ottenuti nel corso del 2021 dal gruppo Intesa Sanpaolo, relativamente all’impegno Esg (Environmental, Social and Governance) di sostenibilità. I dati sono contenuti nella “Dichiarazione consolidata non finanziaria 2021”, un documento strutturato che rappresenta, anche attraverso un set di indicatori quantitativi, le performance e i risultati raggiunti dal Gruppo l’anno scorso.
Intesa Sanpaolo ha investito oltre 80 milioni di euro quale contributo monetario alla comunità, in particolare su arte e cultura. Il gruppo bancario ha confermato la leadership negli investimenti sostenibili, in particolare con Eurizon, e nel digitale con infrastrutture all’avanguardia e una forte presenza sui canali digitali, con circa 12,9 milioni di clienti multicanale, oltre 8 milioni di clienti che utilizzano l’app e 3,6 milioni di vendite digitali. Un focus sul benessere delle persone ha permesso di fare un monitoraggio: 78.000 lavoratori sono stati abilitati allo smart working e sono state erogate 13 milioni di ore di formazione che includono una crescente focalizzazione sulle tematiche Esg; inoltre, l’indice di soddisfazione è pari a circa l’80% nei confronti dell’ambiente di lavoro e della Banca; sono circa 4.000 le assunzioni (quasi il 60% è costituito da donne) anche in un contesto complesso, e 500 appartengono a profili specializzati (oltre 1.700 dal 2018).
«Nonostante uno scenario globale molto complesso», sottolinea Intesa Sanpaolo in una nota, «nel 2021 il Gruppo ha portato a termine con successo il Piano d’impresa 2018-2021 conseguendo anche in ambito Esg risultati in linea se non superiori agli obiettivi dichiarati, attraverso una strategia fondata su sostenibilità sociale, culturale e ambientale e radicamento nei territori, confermando la propria solidità patrimoniale e la capacità di creare valore di lungo termine per tutti gli stakeholder. Nel corso dell’anno, il programma ISP4ESG (avviato nel 2019) ha coinvolto tutte le Divisioni e le Aree di governo del Gruppo nel processo di integrazione delle logiche Esg nel modello di business e nella strategia della Banca».
«Nell’ultimo trimestre», si legge ancora nella nota, «un passaggio significativo del percorso del Gruppo nel contrasto al cambiamento climatico è stato rappresentato dalla formalizzazione dell’impegno all’obiettivo di zero emissioni nette entro il 2050, attraverso l’adesione a tutte le alleanze Net-Zero promosse dalla Unep Finance Initiative. Con più di un anno di anticipo rispetto alla scadenza prevista dalla Nzba, Intesa Sanpaolo ha definito, all’interno del Piano d’Impresa 2022-2025, gli obiettivi di riduzione delle emissioni al 2030 allineati al net zero per i settori dell’oil&gas, della produzione di energia, dell’automotive e dell’estrazione del carbone, che rappresentano più del 60% delle emissioni finanziate del portafoglio di aziende non finanziarie nei settori indicati dalla Nzba».
Nel settembre 2021, Intesa Sanpaolo si è impegnata ad adottare e implementare gli Stakeholder Capitalism Metrics sviluppati dal World Economic Forum, indicatori inclusi per la prima volta nella Dcnf 2021. Lo scorso ottobre è stato pubblicato il primo Tcfd Report. Il Gruppo continua ad essere un modello di riferimento per la sostenibilità, come dimostrato dal suo posizionamento nei principali indici e classifiche internazionali: è l’unica banca italiana presente nei Dow Jones Sustainability Indices World e Europe ed è classificata prima tra i peers da Msci, Sustainalytics e Bloomberg (Esg Disclosure Score). Nel 2021 è risultata la migliore banca europea e la migliore società italiana per gli aspetti Esg nella classifica di Institutional Investor, e a ottobre 2021 è stata inclusa nel nuovo indice Euronext – Borsa Italiana Mib Esg Index.
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