Non profit

Intesa San Paolo pensa ai più deboli e ai giovani

Aiutare chi ha bisogno sostenendo gli operatori del Terzo settore è da sempre la missione del ramo filantropico del Gruppo, che nel 2017 ha supportato oltre 300 Onlus su tutto il territorio nazionale, garantendo più di 5.000 pasti e 1.000 posti letto a mense e dormitori ed erogando borse di studio e di dottorato ai più meritevoli

di Marina Moioli

La Fondazione Intesa Sanpaolo Onlus, nata nel 2008, rappresenta il ramo filantropico di Intesa Sanpaolo ed è uno dei pilastri del sistema di welfare del Gruppo. Opera con finalità di contrasto al disagio economico e sociale in assistenza ai dipendenti in difficoltà, con borse di studio e di dottorato per giovani meritevoli e con attività di sostegno ad enti e progetti dedicati alla solidarietà verso le persone bisognose.

Nel corso del 2017 ha deliberato interventi relativi all’attività istituzionale per 3 milioni di euro, di cui 440 mila euro destinati a in situazione di grave difficoltà, 360 mila per dipendenti, pensionati e loro familiari colpiti dal sisma “Centro Italia” , 1,2 milioni di euro per borse di studio e dottorato a favore di studenti in stato di disagio e 1 milione di euro a sostegno di progetti benefici per i più bisognosi, tra cui mense e dormitori.

Nell’ambito del diritto allo studio, sono 70 i bandi per borse di studio promosse dalla Fondazione nei dieci anni di attività. Ne hanno beneficiato circa 1500 giovani di 41 università statali su tutto il territorio nazionale per un importo complessivo di circa 3, 5 milioni di euro.

«Tutte le iniziative che la nostra Fondazione porta avanti da oltre dieci anni sono altrettanti "segnali" e spunti di riflessione che vogliamo dare alla società italiana, sempre più squilibrata e non solo per quanto riguarda l'emergenza povertà», commenta Pietro De Sarlo, presidente della Fondazione Intesa Sanpaolo Onlus. «Tra queste iniziative c'è l’impegno nei confronti dei più bisognosi, ai quali cerchiamo di dare risposte immediate, favorendo le istituzioni che garantiscono un tetto per dormire e un pasto caldo a chi è davvero sprovvisto del minimo per un’esistenza dignitosa», continua De Sarlo. «Ecco perché, oltre ad utilizzare i fondi che derivano dal canale del 5xMille (circa 150mila euro), abbiamo deciso di incrementare molto di più il nostro impegno investendo 1 milione di euro in questo progetto». A oggi l’iniziativa, lanciata nel 2012, ha permesso alla Fondazione di aiutare oltre 300 realtà. «Riceviamo centinaia di richieste da parte delle onlus e il nostro intento è aiutare il maggior numero di mense e dormitori. Nel caso di quest’ultimi, ad esempio, nel 2017 abbiamo aumentato le risorse del 10% rispetto all'anno precedente». Un supporto economico importante che interessa tutto il territorio nazionale con qualche differenza da nord a sud. «Paradossalmente anche se nel Mezzogiorno esiste una forte emergenza povertà ad oggi troviamo realtà molto più attive al Nord», sottolinea De Sarlo. «Non so spiegare il perché, ma è certamente una questione di quantità e qualità delle strutture che accolgono le persone fragili. Anche per questo bisogna informare le piccole onlus e incentivare il più possibile le richieste di finanziamento di tutte quelle che hanno i requisiti fiscali e che selezioniamo accuratamente in base alle finalità e alla validità dei progetti».

Un altro importante filone di intervento è quello destinato all'erogazione di borse di studio per tutelare il diritto all'istruzione di tanti giovani meritevoli ma in condizioni economiche critiche. «La nostra Costituzione garantisce libero accesso all’istruzione, ma sappiamo bene che nei fatti non è sempre così», continua il presidente di Fondazione Intesa San Paolo, che negli anni ha avviato una collaborazione con 41 università statali per l’erogazione di circa 1.500 borse di studio per contrastare il disagio sociale delle persone e delle famiglie. La particolarità è che, contrariamente a quanto avviene di solito, si tratta di borse destinate a studenti in materie umanistiche. «Quella che stiamo vivendo è un’epoca complicata e abbiamo la sensazione che manchino gli stumenti per interpretare quello che sta avvenendo nella società. Da qui la scelta di puntare sulle materie umanistiche più che sulle tecnologie. Per formare persone in grado di interpretare i cambiamenti. Ogni anno facciamo dai 10 ai 15 bandi nelle diverse università e nel 2017 abbiamo garantito 5 dottorati di ricerca, ognuno con una dotazione di 70mila euro spalmati sui tre anni», aggiunge De Sarlo. «E per dare un ulteriore segno di attenzione, di vicinanza, vado sempre di persona a consegnare le borse di studio e a incontrare gli studenti. Uno dei casi che mi ha toccato il cuore è stato quello di una ragazza dell'Università di Bergamo, figlia di genitori provenienti dall'Africa, che al momento del suo intervento di ringraziamento ha parlato in perfetto dialetto bergamasco».

Ai progettti di inclusione sociale si affiancano, infine, tutte le iniziative della Fondazione a favore dei dipendenti del Gruppo. «Separazioni, malattie e dipendenze sono fattori che possono portare all’impoverimento dei nuclei familiari. Per questo quando vengono individuate situazioni di fragilità cerchiamo di intervenire con un supporto economico. Anche questa è una risposta nel segno della solidarietà».

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.