Sostenibilità
Intesa dei consumatori: va rivisto il paniere Istat per misurare l’inflazione
Per l'associazione, "quando un paniere assegna un peso triplo a fiori e piante rispetto ai servizi bancoposta i risultati sono sotto gli occhi di tutti"
Quando un paniere assegna maggior peso ai pedaggi autostradali rispetto ai trasporti ferroviari ed un peso triplo a fiori e piante rispetto ai servizi bancoposta (1901),i risultati sono sotto gli occhi di tutti: l’inflazione e’ preventivamente posta sotto controllo. Così Intesaconsumatori replica ai dati del Rapporto Istat 2003 e torna a chiedere panieri differenziati per tipologie di reddito sulle 3 aree geografiche, espungendo beni durevoli e di lusso. Intesaconsumatori cita i dati della Swg e ribadisce che così si spiega la riluttanza delle famiglie italiane a spendere in beni di consumo. Del resto, anche se l?inflazione “vera” resta quella fotografata dall?Istat, l’aumento dei prezzi “sentito” dagli italiani può avere un forte impatto sull?andamento economico generale. E attualmente lo scarto è di 6 punti”.
Intesaconsumatori non ha mai dato credito alla cosiddetta “inflazione percepita” perché i consumatori quando vanno a fare la spesa pagano aumenti e rincari reali di beni e servizi ai quali l?Istat continua ad assegnare “pesi” ingiustificati e marginali rispetto al loro valore reale. Intesaconsumatori, agli esempi di sottovalutazione di due voci importanti del paniere quali i servizi assicurativi e bancari che incidono sui redditi di 15.000 euro l?anno rispettivamente per il 5 per cento (una polizza da 750 euro in media) e del 3,75 per cento (secondo la ricerca della Arthur e Young, un conto corrente costa in Italia 500 euro lanno alle famiglie), non può accettare che il peso di tali servizi sia 1,2 per cento (12074) e 0,65 per cento (6577) nel nuovo paniere,pur revisionato al rialzo recentemente dall’Istat. Intesaconsumatori torna a chiedere all?Istat una profonda revisione del paniere, la cui inaffidabilità è stata ancora una volta dimostrata, con l?istituzione di panieri differenziati per aree geografiche (Nord, Centro, Sud, dove Istat già pubblica dati disaggregati sui consumi delle famiglie), legati ai redditi delle famiglie (nelle tre fasce di redditi annui che coprono il 90 per cento dei guadagni: fino a 10.000 euro,da 10.001 euro a 15.000; da 15.001 a 30.000 euro), sterilizzando i beni di lusso e durevoli da quei beni di consumo quotidiano che sono stati letteralmente raddoppiati con il pretesto dell?euro. Nel caso in cui da parte dell?Istat non sia manifestata la volontà di incontrare le parti sociali per trovare idonee soluzioni al problema dell?inflazione, Intesaconsumatori non esclude di proclamare il quarto sciopero della spesa ed ulteriori sit-in di protesta, davanti la già espugnata sede dell?Istat a Roma.
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