Formazione

“Intesa Bridge” si apre a tutte le università italiane

Dopo soli 4 mesi Banca Intesa ha già erogato 290 prestiti per studenti senza garanzie patrimoniali

di Francesco Maggio

Banca Intesa estenderà a tutte le Università italiane che ne vorranno condividere le finalità e le modalità il programma Intesa Bridge, il ?prestito d?onore? con rimborso differito nel tempo dedicato agli studenti universitari. Lo ha annunciato oggi l?amministratore delegato di Banca Intesa, Corrado Passera, nel corso di un incontro al quale hanno partecipato autorevoli esponenti del mondo accademico e scientifico. L?annuncio giunge al termine del periodo d?avvio dell?iniziativa che ha visto il coinvolgimento del Politecnico di Milano, Torino e Bari, ai quali si è aggiunta l?Università Politecnica delle Marche. I risultati della prima fase sono stati estremamente positivi e il riscontro degli studenti, in termini di adesione e di gradimento, ha superato tutte le previsioni. In soli 4 mesi sono stati erogati 290 prestiti da 5.000 euro, per un credito totale di 1.450.000. Contemporaneamente Banca Intesa ha registrato un?altissima richiesta da studenti di tutte le Università e le Facoltà italiane che chiedono la possibilità di una estensione generalizzata dell?iniziativa. Banca Intesa ha pertanto deciso di rendere potenzialmente accessibile l?opportunità del prestito all?intero universo degli studenti universitari italiani, sia per la laurea di primo livello e specialistica, sia per i corsi di specializzazione, di dottorato e di master. A questo proposito sono già in corso contatti con 25 Università, e ci si prepara a coinvolgere anche le altre 50 del Paese. Secondo le ?regole? di Intesa Bridge, l?università interessata ad avviare il prestito deve fornire dati in tempo reale sulla situazione di studio dei propri iscritti, e partecipare alla costituzione del fondo di garanzia sui prestiti erogati. Si tratta della messa in campo di un programma senza precedenti e di vaste proporzioni, con il coinvolgimento della prima Banca italiana, delle amministrazioni universitarie, e di una popolazione potenziale di studenti che arriva fino a 1.800.000 persone. L?obiettivo sociale è di consentire (attraverso l?estensione del credito alla fascia più elevata dell?istruzione, tradizionalmente mai considerata dalle banche) una maggiore autonomia economica che può risultare decisiva nella scelta di intraprendere gli studi superiori, di condurli a termine nei tempi previsti con la necessaria tranquillità, e anche di implementarli con ulteriori percorsi scientifici e culturali. Come è noto, l?Italia è in grande ritardo nel settore degli studi universitari. I laureati sono il 9%, contro il 23% della media europea; su 100 iscritti, 25 abbandonano dopo il primo biennio, e soltanto 40 arrivano alla laurea. L?80% dei laureati sono fuori corso. Anche dal punto di vista dell?accoglienza, l?Italia è ultima in Europa: i posti disponibili in pensionati universitari e campus sono pari all?1.7% della popolazione universitaria, contro il 10% della Germania e il 7% della Francia. In questa situazione, che vede purtroppo l?Italia agli ultimi gradini tra i Paesi industrializzati nella valorizzazione del suo capitale umano, il prestito universitario (che gli studenti potranno restituire negli anni successivi al loro ingresso nel mondo del lavoro) può rappresentare un decisivo acceleratore sociale. Il prestito contribuisce ad aumentare l?inclinazione e la possibilità concreta di iscriversi e di concludere in tempo gli studi, ma anche di cogliere le numerose opportunità dell?istruzione post laurea (comprese le esperienze culturali e scientifiche di interscambio con le università straniere).


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