Politica

Intervita: servizio civile, risorse e quote rosa sono le tre linee guida

Il contributo della Ong alla discussione sulla legge quadro del Terzo Settore inziata con l’incontro tra il premier, Matteo Renzi, e le organizzazioni del Comitato Editoriale di Vita. «Bisogna ricostruire le fondamenta giuridiche, definire i confini e separare il grano dal loglio»

di Redazione

Intervita Onlus, partecpando alla discussione sulla legge quadro del Terzo Settore, la riforma che Matteo Renzi ha voluto presentare alle organizzazioni del Comitato Editoriale per discuterne e migliorarne il testo, individua le linee guida essenziali.

Si tratta di tre punti.
 

Assicurare una leva di giovani: il servizio civile universale
Il Servizi civile per 100.000 giovani all’anno va assicurato attraverso risorse certe di natura pubblica e privata. Esclusa l’ipotesi, del tutto paradossale, che i giovani non percepiscano nemmeno 200 euro al mese, il cui unico effetto sarebbe quello di aumentare l’esercito dei “bamboccioni” (ci si educa alla vita e si diventa adulti anche attraverso una crescente indipendenza economica), è irrealistico pensare che lo Stato possa farsi carico dell’intero sistema. E’ necessario che lo Stato garantisca la maggior parte delle risorse per la gestione dell’intero sistema e che gli enti che accolgono i volontari (Terzo settore, enti locali) contribuiscano con un ragionevole quota di cofinanziamento.

Stabilità e ampliamento delle forme di sostegno economico
Oltre che quelle sequestrate alla mafia esistono già risorse ingenti che sono “sequestrate” alla collettività: le scuole. Bene si fa a stanziare risorse per metterle a posto, ma poi? Devono diventare luoghi aperti 18 ore al giorno in cui gli enti del terzo settore, attivi nella promozione della educazione di qualità e nel contrasto alla dispersione scolastica (per fare un esempio), possano operare senza costi aggiuntivi oltre a quelli derivanti dai progetti che implementano. L’apertura delle scuole oltre l’orario delle lezioni è solo il prima passo per una azione di rigenerazione del paese che metta educazione per tutti, formazione ed istruzione al centro.  

Quote rosa per i Cda
Infine un tema trasversale deve animare tutta la riforma del Terzo settore. Ogni azione della riforma deve prevedere una crescita delle capacità al “femminile” del nostro Paese. Sia che si agisca su un tema particolare come il servizio civile, che sugli aspetti normativi o su quelli operativi, il legislatore deve chiedersi se quanto sta progettando favorirà o meno l’empowerment di genere tenendo conto del worklife balance. Solo attraverso un’inclusione della componente femminile del paese nella crescita l’Italia uscirà dalla crisi. Oggi le donne impegnate in varie forme nel terzo settore sono giù più degli uomini, ma la politica non se ne è accorta.  Il Terzo Settore può fare il primo passo includendo quote rosa nei propri CDA (vedi legge CDA nelle Spa). Una riforma complessiva dovrebbe indicare almeno questo obiettivo.
 


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