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Intervita presenta i risultati della prima ricerca su “Solidarietà e Sostegno a Distanza”

Intervita presenta i risultati della prima ricerca italiana su “Solidarietà e Sostegno a Distanza”, elaborata da Future Concept Lab di Francesco Morace

di Intervita

Obiettivo della ricerca è stato mettere in luce i valori che sostengono la solidarietà, le motivazioni che guidano le scelte personali per devolvere il proprio aiuto e sostegno ai destinatari principali della solidarietà, con un focus specifico su sostegno a distanza oggi in Italia.

Il campione è stato costruito secondo queste variabili:
– Universo di riferimento ISTAT, popolazione italiana compresa tra i 18 e i 64 anni: 36,868 milioni di abitanti
– Campione statistico per area geografica (5:NO-NE-CN-SUD-IS), city size (4 dimensioni centro), sesso (2), età (4 fasce).
La Ricerca è stata realizzata nel mese di febbraio 2006 attraverso interviste telefoniche condotte su un campione di 800 cittadini italiani, di età compresa tra i 18 e i 64 anni.

Per la prima volta in Italia si è data un?interpretazione del fenomeno del sostegno a distanza, con un?analisi sociale quantitativa e qualitativa sistematica ed efficace. Il sostegno a distanza in Italia coinvolge più di 1 milione di persone, che contribuiscono con 250 milioni di euro di aiuti ogni anno, distribuiti in 110 Paesi attraverso il sostegno a distanza. Questi dati fanno riferimento alle 77 associazioni riunite all?interno del Forum Permanente per il Sostegno a Distanza, ma sono più di cento in tutta Italia le Associazioni piccole e grandi dedicate (fonte: settimanale ?Vita?, 24 marzo 2006).

I risultati ottenuti sono sorprendenti. Il 97,5% degli intervistati ritiene che la solidarietà sia un valore prioritario. Alle intenzioni, gli italiani, fanno seguire anche i fatti. Il valore della solidarietà diventa impegno concreto per l?83,4% degli italiani secondo due strade prevalenti: il 41,9% porta il proprio aiuto attraverso un contributo in denaro, il 41,5% contribuisce con il proprio tempo, attraverso diverse forme di volontariato. La solidarietà significa sostegno a distanza per il 31,2% degli italiani, che vi hanno aderito almeno una volta nella lora vita (di questi il 53,0% circa nell?ultimo anno).

Da un punto di vista qualitativo, la ricerca scopre una solidarietà tutta italiana e parla di individualità solidale. Esiste una forte spinta verso gli altri e verso chi vive in condizioni di povertà, vissuta però in modo autonomo. Questa sensibilità è diversa, ad esempio, da quella anglosassone, che vive solidarietà e volontariato in contesti strutturati come le charity.

Il campione intervistato è consapevole che il contributo di tutti è importante per cambiare in meglio le condizioni di vita delle persone. Per portare il proprio aiuto, gli italiani si affidano a ONG e Associazioni verso le quali c?è una fiducia crescente. Si arriva alle Associazioni per il 70% tramite reti ?corte? di conoscenza: la fiducia e la testimonianza diretta sono fondamentali.

La scelta del Sostegno a Distanza è trasversale e risponde al desiderio di un impegno continuativo (capace cioè di cambiare nel profondo le condizioni di vita) ed educativo (spinge ad un confronto costante con il Sud del Mondo).
Un terzo dei sostegni a distanza matura all?interno delle famiglie: per il 51% degli intervistati si tratta di un modo per educare il proprio figlio alla solidarietà. Il 19,4% lo considera uno strumento per stimolare il proprio gruppo di pari su temi sociali: il sostegno viene così attivato da gruppi di persone eterogenei quali colleghi, compagni di scuola o di squadra, amici.
Infine, sul tema del passaggio dal tradizionale termine ?adozione? a ?sostegno a distanza?, il campione ha dimostrato una netta preferenza per quest?ultimo, scelto dal 44,5% degli intervistati (per ?adozione? si è pronunciato solo il 15,4%).

A questo proposito, il Direttore Generale di Intervita Monica Consonni:

?Parliamo di sostegno a distanza e non di ?adozione? per un dovere di trasparenza nei confronti dei nostri sostenitori. La parola adozione rimanda ad una sfera intima ed emotiva di accoglienza in una famiglia di un figlio, con tutte le responsabilità che questo comporta.
Un bimbo sostenuto tramite una Associazione è un ponte, un legame fra il gesto di solidarietà di ciascun sostenitore e il progetto di sviluppo che l?Associazione realizza e che coinvolge tutta la comunità in cui il bambino vive. Per scendere nel concreto, i bambini di Intervita hanno tutti genitori che autorizzano la trasmissione della foto e dei dati in Italia. Non solo: in una scuola Intervita in Perù, gestita da noi, possono esserci 500 bambini di cui 300 formalmente sostenuti, con un ?padrino? in Italia. Dalla scuola, però, trae beneficio l?intera comunità. Questa logica vale per ogni altro intervento: vaccinazioni, distribuzione di cibo, campagne di prevenzione sanitaria, centri culturali e ogni altro ambito d?azione Intervita?.

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