Formazione

Intervita lancia l’operazione “tutti a scuola”

I ragazzi tra i 10 e 16 anni che abbandonano le aule sono il 20%. Per abbassare questa percentuale la Ong scende in campo con "Frequenza 200", avviando tre centri diurni in altrettante città

di Redazione

Inizia la scuola e Intervita inaugura contemporaneamente in tre città, Milano, Napoli, Palermo, Frequenza200, il primo Network realizzato in Italia per contrastare il fenomeno della dispersione scolastica. Il fenomeno in Italia ha dimensioni allarmanti: i ragazzi di età compresa tra i 10 e 16 anni che abbandonano la scuola prima della conclusione del ciclo dell’obbligo rappresentano il 20%. Un numero spaventoso se si pensa che parliamo di oltre 691.000 studenti a rischio.
 
 L'obiettivo di Intervita è realizzare un intervento – programma che riesca a contrastare il fenomeno della dispersione scolastica sviluppandosi inizialmente in 3 regioni italiane: Lombardia, Campania e Sicilia. Il nome si riferisce al numero di giorni di lezione obbligatori che ciascuna scuola deve garantire per legge in Italia.  
 
Creare una rete nel territorio permette a Intervita di condividere le buone pratiche derivate dalle attività svolte nelle  singole città estendendo l’esperienza di esperti formatori e pedagogisti a tutto il territorio Italiano. Per raggiungere più efficacemente i risultati è anche prevista la realizzazione di un network online: www.frequenza200.it, che permetta la condivisione e lo scambio tra tutti gli attori coinvolti. La piattaforma sarà accessibile da qualsiasi pc in qualsiasi momento
 
 “Ci interessa investire sui giovani perché sono loro gli adulti del domani.” – commenta Daniela Bernacchi – Direttore Generale di Intervita Onlus – “Questo è quello che ci aspettiamo: sapere di aver aiutato a crescere giovani adulti responsabili, di aver sostenuto famiglie con difficoltà che non riescono a seguire i loro figli, di aver accolto le difficoltà delle mamme e di averle aiutate nel loro ruolo e nel fatto che essere mamma non vuol dire rinunciare ad essere donna, attiva e protagonista.”
 
Il progetto prevede l’avvio di un centro diurno in ognuna delle prime tre città identificate (Milano, Napoli e Palermo) che sarà operativo 5 pomeriggi alla settimana con attività educative condivise con le istituzioni del territorio, in particolare la scuola dell’obbligo e i servizi sociali. I percorsi educativi verranno realizzati in attività di supporto scolastico e relazionale a favore dei ragazzi coinvolti, parallelamente saranno coinvolte le famiglie dei ragazzi con azioni di counseling e rinforzo delle competenze genitoriali. Le scuole saranno coinvolte con attività di formazione degli insegnanti, per creare un’equipe d’intervento omogenea verso i beneficiari.
 

In Italia, i ragazzi che tra i 10 e i 16 abbandonano l’istruzione prima di aver concluso la scuola dell’obbligo (early school leavers) rappresentano il 20 %, mentre in Germania la quota è sensibilmente più bassa (12,1%), così come in Francia (12,6%) e nel Regno Unito (14%).
 
Rispetto alla media prefissata del 10%, obiettivo che nel famoso patto di Lisbona era stato fissato per il 2010 e ora posticipato al 2020, il nostro Paese ha oltre undici punti di differenza da colmare. Anche se emergono progressi rispetto alla situazione del 2000, quando gli early school leavers risultavano il 25,3%, l’Italia continua, comunque, ad avere un divario piuttosto rilevante rispetto agli altri Paesi europei, al di là di ogni considerazione di tipo sociologico o politico riguardante il fenomeno. In Italia nell’anno scolastico 2008-2009, gli alunni iscritti a scuola risultano 8.952.852. Del segmento di interesse in questo progetto, la fascia d’età 10-16 anni, abbiamo una popolazione di studenti di 3.293.780, calcolando un tasso di dispersione scolastica medio quasi del 20%, abbiamo oltre 691.000 ragazzi a rischio di abbandono scolastico.
 
Alessandro Volpi, Referente Programma Italia Intervita Onlus dichiara: “Abbiamo scelto di intervenire in contesti normalmente difficili, dove c’è urgente bisogno di un supporto, perchè la dinamica della dispersione ha correlazioni dirette con situazioni di disagio sociale. Le esperienze di indagini condotte a livello locale hanno individuato infatti nel grado di sviluppo socio-economico il fattore discriminante per il manifestarsi del fenomeno nelle diverse aree del Paese".

Il Network coinvolgerà 2500 ragazzi nelle tre città, oltre 2500 famiglie, 800 insegnanti, 600 mamme e 100 operatori informali. L’azione diventa quindi anche un intervento di economia civile, inteso come recupero del territorio delle proprie politiche di sussidiarietà e altruismo. Partendo dall’esperienza e dal protagonismo di partner locali, Intervita diventa un connettore di modelli e di ricerche empiriche, utilizzando le esperienze dei prossimi tre anni, per incidere sul problema a favore di un’educazione di qualità e per tutti.
 

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