Mondo

Interviste impossibili/1 – Latinos in esclusiva incontra il Che

di Paolo Manzo

Selva do Cipo, stato di Minas Gerais, lunedì 4 agosto 2008. Dopo settimane di attesa finalmente “gola profonda”, la mia fonte mineira, mi ha dato il gancio con l’argentino. La pressione mi fa fischiare i timpani delle orecchie mentre sorseggio un aperitivo colorato, come quelli che mi offre, tutte le volte che vado a Cartagena, Gabo. Un vecchio compagno di merende nonché sublime scribacchino colombiano. Sudo come un lottatore di sumo ma non importa. Finalmente il mio sogno, che è poi anche quello di Gianni Minà e di Maurizio Matteuzzi, il primo a sottolineare la stranezza di “certe interviste”, si avvera. Finalmente stasera intervisterò il Che.

Selva do Cipo, stato di Minas Gerais, lunedì 4 agosto 2008.

In lontananza vedo affiorare, come l’angelo del film di Wenders, “gola profonda”. Accanto a lui un anziano si trascina stringendo in mano un bastone che lo assiste nell’incedere. In bocca un sigaro, in testa un basco color vermiglio. “Mucho gusto, que plazer en verte de vuelta”. Sono queste le prime parole con cui, in questa parte sperduta di Brasile, grazie al supporto logistico dell’Embratur, il Che si rivolge al sottoscritto. Cerco di dissimulare l’emozione ma, all’improvviso, svengo e, quando dopo una manciata di minuti riapro gli occhi, mi vergogno come un verme. Al mio fianco, infatti, il Che cerca di rinfrescarmi con una foglia di palma che agita a mo’ di ventaglio. Un po’ di brezza, finalmente, la brezza del Che. “Gola profonda” mi passa un cordiale e, da sgranocchiare, una ciotola di torresmo, tipico stuzichino mineiro. Mi riprendo chiedo scusa nelle 13 lingue che parlo correntemente e, finalmente, inizio l’intervista con il Che (ho lasciato le risposte in spagnolo per evitare traduzioni non fedeli a quanto effettivamente detto da Guevara. Nel caso non capiate, potete chiedere lumi e sarà mia cura cercare di darvi una mano. Il tu è d’obbligo, essendo il Che un mio vecchio amico)

Latinos: La prima domanda, scusami, è dovuta. Ma tu non eri stato ferito e catturato l’8 ottobre 1967 da un reparto anti-guerriglia dell’esercito boliviano – assistito da forze speciali statunitensi ossia agenti speciali della CIA – a La Higuera, nella provincia di Vallegrande e poi ucciso il giorno seguente?

Ernesto Rafael Guevara De la Serna (Che Guevara): Esto se lo creyeron los yankees, además que los héroes nunca mueren. Y yo – vos estarás de acuerdo conmigo no es cierto? – soy un héroe mitológico para una generación entera. El muerto era un sosia mio, un flaco de Rosario al que le pusimos la misma cara en un centro cirurgico de Moscú, de acuerdo con Leonid (Breznev, ndlatinos) y un amigo de él, el “mono” Jordi.

Latinos: Cavolacci di Bruxelles! Ci hai fregato a tutti quindi… Ma chi era el “mono” Jordi?

Che: Eso no te lo puedo decir. Es un segredo que me llevaré en la tumba. Pero hay documentos que revelerán dentro de unos años de quien se trata…

Latinos: Ma perché sparire di scena così, senza una motivazione plausibile, facendo credere a tutti di essere morto?

Che: Sos vos que decis que no había motivación. Ya estaba cansado de la guerrilla, de no poder hacer lo que se me entojaba y, además, no aguantaba más a Fidel. Hice toda esta pantomima para poderme casar tranquilo, hacer una familia, llevar a los chicos al parque. Una vida normal en fin, eso es lo que me hacía más falta.

Latinos: Ma perché il Brasile e, nello specifico, il Minas Gerais?

Che: Porque acá tenía otro viejo amigo, Zé Dirceu (ex guerrigliero ed ex ministro del governo Lula, ndlatinos). Y además porque estaba enamorado de una mineira muy, pero muy linda. María Osania da Silva Chaves. Una yegua!

Latinos: Ma come cavolo hai fatto a rimanere nascosto tutto questo tempo?

Che: Muy fácil, me corté la barba y no sólo por disimular, también por el calor. Acá hace un calor húmedo de la mil p ….

Latinos: In tutti questi anni come hai mantenuto te e María Osania da Silva Chaves?

Che: Dando clases de español a medio mundo. A executivos brasileños que trabajaban para multinacionales en la América Latina, a los chicos de la facultad de Belo Horizonte, a un montón de gente…

Latinos: Come ti sembra il mondo di oggi, senza più l’Unione Sovietica e con Fidel sostituito da Raúl?

Che: Una mierda, sin sueños ní nada. Hoy en día los jovenes quieren sólo ir de joda. Mirá … es un kilombo total!

Latinos: Perché dopo oltre 40 anni hai deciso di rivelare proprio a Latinos che in realtà sei ancora vivo?

Che: Bueno, porque no aguantava más quedarme anclado acá en Brasil. Quiero volver a Rosario, en la Argentina, para tomar un mate decente y también para saludar a los amigos cubanos que todavía me quedaron en la isla.

Latinos: Andrai anche da Fidel?

Che: Claro, después de 41 años sin verlo quiero darle un último abrazo y explicarle unas cositas.

Latinos: Che cosa per dindirindina?

Che: Che, eso lo tenés que preguntar a él, cuando muy pronto lo verás. Porque, sea claro, vos venís conmigo.

Latinos: Ottimo, allora quando partiamo?

Che: El lúnes que viene. Antes quiero gustarme la inauguración de las Olimpiadas. Che… como cambiaron también esos chinos.

Continua


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