Non profit

Intervista a Luca Volontè. Sostegno al sociale. O noi non ci stiamo

"Basta con i geni della lampada che alla fine puniscono sempre i più deboli. Buttiglione lo sa: se si raschia il barile, il governo non avrà il nostro consenso".

di Ettore Colombo

Il capogruppo dell?Udc alla Camera, Luca Volonté si prepara a un lungo braccio di ferro, su Dpef e manovra economica aggiuntiva. Nei confronti dell?opposizione? No, della sua stessa maggioranza.
Vita: Partiamo dalla fissazione dei livelli minimi d?assistenza che ancora non si vedono e dall?applicazione della legge 328: a tre anni dal varo non c?è. Deficit gravi, per il governo. E un principio di equità che viene meno.
Luca Volonté: è una mancanza di questi primi due anni e mezzo dell?azione del governo non avere identificato cosa s?intende per livelli minimi di assistenza. Lo è ancor di più a ridosso del varo di una riforma costituzionale che lascia allo Stato la definizione dei servizi sociosanitari fondamentali. Credo ci sia l?urgenza e lo spazio per definire i livelli minimi di assistenza, come dice la legge 328, già a partire da questa Finanziaria. Si tratta dell?applicazione di un criterio d?equità e di giustizia.
Vita: I Lea dovevano essere oggetto di un tavolo di confronto con il Forum. Che non è più stato convocato.
Volonté: Non so dirle, perché quei tavoli di confronto si fanno al ministero del Welfare. D?altronde, constato che anche il tavolo di confronto sul Libro bianco per la famiglia è stato attivato il giorno della presentazione e poi mai più. Anche questo è un dato di fatto negativo e una delle ragioni per cui, subito dopo la tornata elettorale, come Udc abbiamo posto il tema del confronto, della condivisione, in una parola della concertazione, come metodo da seguire non solo dentro il governo ma anche tra governo e parti sociali, indicando tra gli attori del confronto non solo lavoro e impresa ma anche il volontariato.
Vita: In una discussione incentrata sull?abbassamento dell?Irpef (persone fisiche) o dell?Irap (imprese), la questione dell?alleggerimento del carico fiscale sulle famiglie sembra scomparire?
Volonté: Sì, anche se a giorni alterni. Noi che siamo stati sempre, non solo in questa legislatura, per una tassazione più equa e non solo più giusta, cioè che tenga conto del criterio di proporzionalità, come dice la Costituzione, non solo in base al reddito ma anche al numero e dell?età dei figli e anziani presenti nel nucleo familiare, chiediamo l?applicazione della Costituzione e riduzioni fiscali in base a tali criteri.
Vita: A dire la verità, di riconoscimento fiscale dei carichi familiari se ne parlava già l?anno scorso.
Volonté: Sarebbe stato bello poter discuterne già tre anni fa, quando la crescita era al 2% e c?erano altri che governavano, ma al di là delle battute il criterio di valutazione della modifica dell?imponibile familiare che ho descritto è già stato al centro della valutazione del Parlamento, che ha approvato una risoluzione a larga maggioranza che impegna il governo a valutare il criterio della proporzione tra carichi fiscali familiari e numero ed età di figli e anziani. Lo abbiamo messo nero su bianco anche durante l?approvazione della delega fiscale. Insomma, non è solo una questione di partito o una convinzione personale del capogruppo dell?Udc, ma la posizione comune della Camera dei deputati. È difficile che un qualsiasi genio della lampada (Tremonti?, ndr) possa cambiare determinazioni già prese. Sono convinto che si farà.
Vita: A proposito di ?geni della lampada?, il ministro dell?Economia, Tremonti ora tira fuori dal cilindro l?idea della tassazione degli utili delle cooperative, nonostante la riforma del diritto societario. Un modo come un altro per ?stangare? il Terzo settore e la cooperazione mutualistica in particolare.
Volonté: So di questa proposta, anche se non c?è niente di scritto in Parlamento, ma nemmeno in Consiglio dei ministri. Tremonti vuole agire, sembrerebbe, sulla tassazione degli utili alla cooperazione e anche, mi dicono, sull?aggravio di tassazione per le fondazioni di origine bancaria. Mi sembrano due tentativi di ?raschiare il fondo del barile? che vanno contro non solo al non profit ma anche a leggi dello Stato e sentenze della Corte costituzionale. Mi sono permesso, pur senza avere ancora riscontro scritto di queste idee ?geniali?, di far presente, tramite il ministro Buttiglione, che se questo è un modo per recuperare soldi, non troverà il nostro consenso. Per ripianare il deficit, non si rubano i soldi dalle tasche di chi risponde ai bisogni sociali, peraltro senza oneri per lo Stato.
Vita: Onorevole, ma vi sentite davvero di prendere impegni seri e ultimativi, per il Dpef, su questi punti?
Volonté: Su questi punti, come sul tema della deducibilità delle donazioni di cittadini e imprese agli enti non profit, altro tema caro a Vita, noi c?impegneremo in questa Finanziaria e a partire dal Dpef. Il rilancio del Paese non può venire solo dalla riduzione dell?Irap, la leva deve essere il capitale umano e sociale. E non si può non tenere conto di chi si prende cura degli altri, innalzando la qualità della vita di un Paese. Un reale sviluppo non può che passare da tre pilastri: capitale umano, che vuol dire conoscenza, ricerca, scuola; capitale familiare, che non vuol dire solo famiglia e tassazione ma anche deducibilità fiscale per il volontariato; e capitale del lavoro e dell?impresa.

Nessuno ti regala niente, noi sì

Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.