Welfare

Intervista a Franco Occhiogrosso. Castelli in aria

Il presidente del Tribunale dei minori di Bari rovescia un luogo comune: "In Italia i baby delinquenti non sono in aumento". E contesta la riforma punitiva del ministro.

di Benedetta Verrini

È un po? come nella favola di Pinocchio. Un bambino perso sulla strada del disagio diventa un uomo solo grazie a un percorso educativo». Nel suo intervento alla II Conferenza nazionale sull?infanzia, che si è conclusa mercoledì scorso proprio a Collodi, Franco Occhiogrosso, presidente del Tribunale dei minori di Bari, ha utilizzato la celebre fiaba per parlare di disagio minorile e dell?importanza di nuove forme di recupero e sostegno. Senza risparmiare critiche al ?giro di vite? sulla giustizia rilanciato, nella stessa sede, dal ministro Guardasigilli, Roberto Castelli. Vita: La delinquenza minorile ha raggiunto una soglia-limite? Franco Occhiogrosso: La percezione dei reati che emerge attraverso i media non è la stessa che registriamo noi, attraverso i tribunali. Non è vero che i fenomeni di devianza sono in aumento, anzi, si trovano in un trend di diminuzione. Tra i Paesi europei, l?Italia presenta i livelli più bassi di delinquenza minorile: abbiamo 10 minori denunciati ogni mille. In Gran Bretagna sono tre volte tanto, 33 ogni mille; in Francia ancora di più. Credo sia molto più corretto parlare di progressione nella qualità dei reati. Vita: In che senso? Occhiogrosso: C?è una nuova complessità, legata all?evoluzione del contesto sociale in cui si consumano i reati. Non possiamo più parlare grossolanamente di devianza, ma di devianze: ai fenomeni tradizionali di delinquenza dei ragazzi di periferia, provenienti da storie di emarginazione e abbandono, si sono andate affiancando manifestazioni ulteriori come il bullismo, il razzismo e i reati degli ultrà negli stadi, la delinquenza dei giovani stranieri e tutti i reati che maturano a causa del ?malessere del benessere?. Vita: Si riferisce ai reati che maturano in famiglie ?normali?? Occhiogrosso: Sì. È evidente che c?è un ampliamento dell?area della devianza familiare, che non riguarda più le sole famiglie a rischio. La crisi della famiglia, recentemente evidenziata anche dall?Istat; i dati sugli abusi a danno dei minori, secondo cui l?80% di essi ha origine endofamiliare; l?impressionante serie di infanticidi di questi ultimi mesi dimostrano che bisogna attuare misure di protezione e sostegno dei nuclei familiari. Vita: Cosa pensa delle proposte del governo sulla giustizia minorile? Occhiogrosso: Non le condivido. Una riforma è necessaria, ma non sacrificando la specializzazione della magistratura e il grande valore dei giudici onorari. Inoltre, l?inasprimento delle pene è una misura controproducente: bisogna favorire l?uscita e non la permanenza dei minori dal circuito penale e carcerario. La minaccia di una pena più dura non attenuerà la tendenza a delinquere: altrimenti, perché fino a oggi l?Italia ha potuto vantare livelli di devianza così bassi? Vita: Soluzioni alternative ? Occhiogrosso: Partiamo dalla prevenzione. Servono programmi di sostegno per le famiglie a rischio e, più in particolare, progetti di educazione alla legalità insieme a interventi per favorire la genitorialità responsabile. È necessario che i tribunali possano recuperare anche una competenza rieducativa, collaborare a iniziative di mediazione sociale. Servono nuovi strumenti contro la pedofilia e per il sostegno psicologico delle vittime. Infine, ampliare l?affido familiare, trovando soluzioni più flessibili, come l?adozione ?mite?. Vita: Di cosa si tratta? Occhiogrosso: È la possibilità di partire con l?accoglienza di un ragazzo in affido per arrivare, se il reinserimento nella famiglia d?origine resta impossibile, a un?adozione vera e propria. Questa è la sola strada giusta per aiutare migliaia di ragazzi in stato di disagio. E per evitare di trovarceli, un giorno, sul banco degli imputati.


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