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Intersos lancia un appello ai leaders delle Corti islamiche e dell’Alleanza

di Intersos

Gli scontri armati a Mogadiscio ci preoccupano e ci inquietano. Ogni giorno, da quindici anni, abbiamo sentito la crescente sofferenza e il dolore della popolazione somala. Grande è ora in tutti il desiderio della pace, condizione necessaria per potere riprendere il cammino dello sviluppo e garantire istruzione, salute, benessere e un futuro migliore ai propri figli.

Gli accordi sottoscritti nel 2004, la nuova Costituzione e le nuove Istituzioni avevano restituito la fiducia e ridato, in Somalia e nel mondo, una grande speranza di cambiamento, pur lasciando aperti ancora problemi e incertezze. Nuove divisioni e inutili scontri stanno offuscando nuovamente la fiducia e la speranza.

Noi di INTERSOS, desiderosi di favorire il cammino della riconciliazione e della pace, facciamo appello perché non venga sprecato altro tempo. Riteniamo che vi siano le condizioni per la definitiva riconciliazione, nel rispetto, nel riconoscimento e nella considerazione reciproca, per il bene della Somalia e per quello della società somala. Molti sono infatti i punti che possono unire tutti. Da essi occorre partire per ritrovare il cammino comune e appianare le divergenze.

CHIEDIAMO:

1) che la tregua a Mogadiscio sia osservata da tutti, che le armi cessino definitivamente di sparare e che il dialogo politico, favorito dalle Istituzioni somale, si sviluppi con determinazione nella ricerca della pace;

2) che, in ogni caso, venga risparmiata e tutelata la popolazione civile e siano particolarmente rispettati gli ospedali, i centri di salute, le scuole.

CHIEDIAMO che le parti accettino di sottoscrivere questo appello.

Gli occhi del mondo sono su Mogadiscio e ci aspettiamo che da Mogadiscio giunga finalmente un segno di umanità, di riconciliazione, di pace, nel rispetto e nel riconoscimento reciproci.

INTERSOS lo chiede a tutte le parti in causa e spera vivamente che questo appello possa essere ascoltato.

Nino Sergi
Segretario Generale di INTERSOS

2 giugno 2006

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