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Interrogazione in Parlamento sull’articolo 30

L'hanno presentata i deputati Bobba, Sereni e Soro (Pd). Il governo dovrà rispondere

di Gabriella Meroni

Con una interpellanza urgente tre deputati interrogano il governo sul famigerato articolo 30, ovvero l’obbligo di inviare entro il prossimo 30 ottobre una serie di dati fiscale alle Entrate, e chiedono ai ministri dell’Economia e del Lavoro di modificare l’articolo 30 e di «riformulare» il modello dell’Agenzia delle entrate per la trasmissione di tali dati, «dato che», si legge nel testo, «appare agli interpellanti altamente lesivo della dignità e della ratio ispiratrice delle associazioni non lucrative del terzo settore».

Ma esaminiamo i passaggi salienti dell’interrogazione. Dopo aver ricordato al governo che ha sempre sottolineato il valore della sussidiarietà, ribadito anche nel Libro Bianco del ministro Sacconi, Bobba Sereni e Soro osservano che ?l’articolo 30 «inverte la disciplina fiscale finora vigente in Italia sulle quote associative introducendo la regola generale della loro imponibilità»; inoltre pone ?«l’invio telematico del modello all’Agenzia delle entrate quale condizione per l’applicazione delle comuni regole e principi fiscali già presenti nel nostro ordinamento», ovvero le agevolazioni fiscali.

«In detto modello», scrivono i deputati, «l’Agenzia delle entrate prevede che il mancato invio di un modello costituisce, sic et simpliciter, presupposto di imponibilità fiscale delle entrate, quali esse siano, di un ente non commerciale/associativo», mentre «nell’attuale sistema» fiscale regolato dal Tuir «in caso di omesso invio del modello di dichiarazione annuale, l’amministrazione finanziaria è comunque tenuta all’osservanza di una procedura di accertamento e delle relative regole poste anche a garanzia del contribuente per evitare abusi», regole che sono evidentemnte saltate in questo caso. Non solo: «l’obbligo dell’invio del modello grava indistintamente sulle associazioni senza distinzione di ragione e scopo sociale, comprendendo anche partiti e sindacati, accomunando grossolanamente tipologie di associazioni molto diverse tra loro anche per struttura e disciplina», quindi «non si tiene conto delle numerose, articolate e sostanziali differenze esistenti nel terzo settore».

Un altro punto importante dell’interrogazione è quello in cui si osserva che «?la trasmissione del modello ha come finalità esplicitamente dichiarata (…) quella di «consentire gli opportuni controlli», di conseguenza, saranno oggetto di verifica le associazioni grandi o piccole che sono dotate di un codice fiscale identificativo e che effettueranno l’invio telematico», mentre quelle che non lo faranno «rimarranno sommerse ed eviteranno il controllo». «Aappare infine quanto meno anomalo», è a conclusione, «che alcune tipologie di associazioni siano state sollevate dall’obbligo della trasmissione del modello, mentre su altre di natura e finalità del tutto analoghe si dispone un meccanismo di controllo eccessivo e vessatorio».


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