Cultura

Internet. Martini: “Promuovo la Rete con cautela”

L'arcivescovo di Milano, nel corso di una conferenza all'Università cattolica, richiama le parole del Papa. E aggiunge: "Ma non sostituisca le parole umane e quella di Dio"

di Ettore Colombo

Fiducia ma anche realismo”. E’ questo l’atteggiamento del cardinale Carlo Maria Martini nei confronti di Internet. Lo ha detto in occasione del convegno organizzato dalla Cei all’Università Cattolica di Milano dal titolo “Internet: un nuovo forum per proclamare il Vangelo”, citando le parole del Papa: “Questo meraviglioso strumento, concepito in origine nell’arco di operazioni militari, possa ora servire alla causa della pace”.
E’ dunque un sostanziale beneplacito quello dell’arciverscovo nei confronti delle nuove tecnologie, perché – precisa nella basilica di S. Ambrogio – “le parole per qualsiasi strumento possono essere efficaci”. Non mancano però le cautele. Internet, per Martini, non può e non deve sostituire la comunità autentica: la comunicazione virtuale non dovrà mai sostituire quella “da cuore a cuore”, che evangelicamente presuppone un rapporto umano diretto. “Ciò comporta da parte della Chiesa un certo stile nell’esporsi su Internet: uno stile che sappia invitare ad andare oltre la pagina stessa di Internet; uno stile che sappia non solo incuriosire, ma anche intimorire e al limite invitare a spegnere il computer per leggere e meditare la parola di Dio”.

Realistico, poi, è il giudizio nei confronti della diffusione della rete: “Il popolo di Internet è un popolo numeroso. Tuttavia il 95 per cento dei sistemi sono in America e in Europa, lo 0,25 per cento in Africa. Non solo il 70 per cento dell’umanità non ha mai sentito parlare di Internet, ma solo il 5 per cento degli uomini hanno accesso ai siti”.

E’ un invito a superare l’egemonia in fatto di Internet da parte del mondo occidente. Un invito, insomma ad allargare lo sguardo al panorama internazionale. Lo stesso invito che ha rivolto in apertura del convegno “Non è giustizia rispondere con il male al male” in corso all’Università Cattolica davanti a un pubblico formato, tra gli altri, da Dalil Boubakeur rettore della moschea e dell’Università Islamica di Parigi e da Gabriele Mandel Khân vicario della Confraternita dei sufi in Italia.

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